Settembre meno caldo per i prezzi nel carrello della spesa. Secondo l’Istat, il dato preliminare di settembre indica per i prezzi al consumo del grocery (beni alimentari e prodotti per la cura della casa e della persona) un aumento su base annua del 3,2% rispetto al +3,4% di agosto. Comunque uno dei dati più elevati degli ultimi 18 mesi.
L’indice generale (comprende tutti i prodotti e servizi) di settembre rimane stabile al +1,6% su base annua, soprattutto per la persistente debolezza dell’energia e per la lieve decelerazione degli alimentari, specie quelli non lavorati.
Sul fronte europeo, a settembre l’inflazione generale è dell’1,2% in Francia e del 3% in Spagna.
L’ufficio studi di Confcommercio evidenzia il segnale positivo proveniente dalla fiducia di consumatori e imprese: le stime Istat registrano infatti un aumento da 96,2 a 96,8 per i primi, da 93,6 a 93,7 per le altre.
Per quanto riguarda specificatamente i consumatori, migliorano le opinioni sulla situazione economica generale (da 97 a 98,8), sulla situazione corrente (da 99,2 a 99,9) e su quella futura (92,2 a 92,6), mentre il clima personale rimane sostanzialmente stazionario (da 95,9 a 96).
Confcommercio stima per l’intero 2025 un’inflazione generale dell’1,7% su base annua. Il mercato del lavoro dovrebbe stabilizzarsi (stop alla crescita, ma non contrarsi). Il reddito disponibile delle famiglie indica un volume di risorse attualmente ai massimi dal 2011 (dal 2009 in termini pro capite), mentre il reddito da lavoro, per quanto non abbia ancora recuperato le perdite patite rispetto al 2019, dovrebbe anch’esso colmare il 3-4% di divario in termini reali entro la metà del 2026.
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