La spesa delle aziende italiane per l’Information technology continua a crescere. Nel 2007, secondo le stime di Assinform, l’incremento è stato pari al 2% contro l’1,6% dei dodici mesi precedenti.

Un segnale incoraggiante, che denota il dinamismo soprattutto delle medie imprese, la cui spesa per l’It è cresciuta dell’1,9% contro l’1,7% delle grandi e lo 0,6% delle piccole. Per quanto riguarda il 2008 - nonostante lo scenario economico sostanzialmente negativo - il comparto dovrebbe continuare a crescere anche se a un ritmo più moderato, pari all’1,8%.

Sono questi i principali dati emersi dall’anticipazione del Rapporto Assinform di primavera, che conferma il ruolo trainante dell’hardware all’interno del mercato.

Ma il dato più significativo è l’incremento registrato dal comparto software, grazie alle performance positive dal segmento middleware. Strumento fondamentale nei progetti di razionalizzazione delle infrastrutture It e di integrazione applicativa, la sua crescita conferma il percorso di innovazione perseguito dalle aziende.

All’interno di questo scenario, il made in Italy - in particolare nei settori abbigliamento, alimentare, arredamento e automazione meccanica - ha ritrovato un ruolo di primo piano grazie alla qualità dei prodotti, alla ristrutturazione produttiva e al forte impegno sui mercati internazionali.

Ciò trova conferma nel dossier “Tecnologie innovative e made in Italy” - realizzato da Assinform in collaborazione con la School of management del Politecnico di Milano - e presenta le più innovative soluzioni e applicazioni Ict nella realtà del made in Italy, dove emergono molti progetti industriali d’eccellenza che utilizzano le nuove tecnologie.

Non bisogna comunque trascurare che la dimensione del processo di innovazione del sistema produttivo italiano è ancora modesta e frammentata sul territorio. “Il gap accumulato con gli altri Paesi rimane elevato - afferma Ennio Lucarelli, presidente di Assinform - ma le nuove tecnologie costituiscono un’opportunità per accelerare e allinearci ai ritmi di crescita del commercio mondiale on line. Negli anni 2009-2010 potremmo così raggiungere 20 miliardi di euro di quota di mercato per i prodotti del made in Italy”.