di Claudia Scorza

Mugo è una realtà climate tech italiana che, grazie alla tecnologia, costruisce esperienze di comprensione e azzeramento dell’impatto climatico come nuova opportunità per le aziende. Benedetto Ruggeri, ceo dell’azienda, ci ha parlato, nello specifico, di Mugo Retail, tecnologia sviluppata per guidare i consumatori in una nuova esperienza di acquisto sostenibile.

Come nasce Mugo e quali sono i suoi obiettivi?
Mugo è un’azienda fondata nel 2020 da quattro imprenditori italiani, con l’obiettivo di utilizzare la tecnologia per aiutare organizzazioni e persone a rispondere giorno dopo giorno alla crisi climatica. Tra questi imprenditori c’ero anche io che, con un passato professionale di consulente dedicato a promuovere la sostenibilità nelle aziende italiane, ho creduto nella possibilità di integrare tecnologia e algoritmi di calcolo di gas serra all’interno delle dinamiche azienda-cliente per creare nuove esperienze di comprensione e azzeramento dell’impatto climatico.

Il supermercato è il contesto in cui si inserisce la tecnologia che avete ideato per guidare i consumatori in una nuova esperienza di acquisto sostenibile in store e online. Di cosa si tratta?
Mugo Retail è un servizio in grado di stimare e comunicare al consumatore in tempo reale le emissioni generate da centinaia di categorie merceologiche del largo consumo. La tecnologia è progettata per essere integrata all’interno di qualunque touchpoint in store o online (scanner portatili, casse, ecc.) ed è in grado di creare una nuova esperienza d’acquisto, stimolando nei consumatori una migliore consapevolezza. Parliamo, per esempio, della possibilità di stampare scontrini climatici o etichette climatiche, promuovendo in maniera trasparente e accessibile a tutti la sostenibilità come nuovo criterio di scelta per lo shopper.

Quali sono i vantaggi per i retailer con questa soluzione?
Con Mugo Retail abbiamo deciso di lavorare con la Gdo e la marca per abilitare nuove meccaniche di loyalty e promozione che incentivano scelte sostenibili e generano ulteriore impatto positivo. L’insegna ha, infatti, la possibilità di premiare gli acquisti consapevoli del consumatore, dare visibilità a prodotti di marca con impatto climatico certificato e perfino proporre referenze a impatto climatico azzerato. La direzione, quindi, è quella di integrare le attività di promozione e loyalty tradizionali, lavorando sul customer lifetime value del cliente e su un rapporto sempre più sinergico con i brand più virtuosi.

Quanto conta oggi per il consumatore moderno conoscere il reale impatto climatico dei prodotti che acquista?
L’impatto climatico legato ai prodotti venduti è l’“elefante nella stanza” quando parliamo di sostenibilità nel mondo retail e Gdo. Da una parte c’è poca chiarezza sul dato in fase di rendicontazione, dall’altra c’è diffidenza su come e quando comunicarlo. Secondo una recente ricerca (Carbon Trust, 2020), 8 persone su 10 preferirebbero prodotti a basso impatto climatico se questo fosse comunicato in maniera trasparente, ma esiste ancora un gap di circa il 39% tra intenzioni e azioni effettive e colmare questo divario è il modo per rendere la sostenibilità non solo conformità, ma anche il proprio vantaggio competitivo.