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Pinalli: il "bello" della private label che cresce anche in profumeria

Pinalli: il "bello" della private label che cresce anche in profumeria

Pinalli: il "bello" della private label che cresce anche in profumeria

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Luca Salomone

Pinalli ha varato negli ultimi anni un forte piano di sviluppo, accompagnato da un riposizionamento del proprio marchio. Tra i punti fermi c’è anche il lancio di un significativo assortimento di private label. Ne abbiamo parlato con Silvia Bergamo, category manager.

Inoltre, la catena di beauty store, fondata dalla famiglia omonima e ora sotto il controllo maggioritario del private equity americano Hig Capital, si appresta a raggiungere a breve il traguardo dei 100 punti vendita sul territorio nazionale.

Com’è nata l’idea della Mdd?

È nata all'inizio dell'anno in corso e, appunto, rientra in un percorso molto più ampio dell’azienda, che, fra l’altro, ha cambiato logo e immagine, per aprirsi a tutti, dai giovani alle persone mature. In questo processo l’espansione della rete è stata, naturalmente, fondamentale come pure il lavoro svolto dal nostro e-commerce, pinalli.it, che è arrivato a coprire tutta l’Italia, facendosi carico soprattutto di una fetta di clienti attratti dalla marche che offriamo, ma con poco tempo da dedicare allo shopping.

Quali segmenti coprono le proposte firmate da Pinalli?

La nuova private label prende vita attraverso diverse linee, pensate per accompagnare i gesti quotidiani della bellezza. Make-uppy offre pennelli e spugnette, mentre Skincredible arricchisce la routine skincare con accessori pratici, come patch e pad, semplici da usare e perfetti per agevolare l’applicazione dei prodotti. Hairmazing si dedica allo stile dei capelli, con elastici, mollette e pettini. BeautyTool, dal canto suo, offre strumenti di precisione, come pinzette e limette. La collezione comprende poi astucci e pochette, di vari colori e formati, da portare sempre con sé.

Dunque, vi siete focalizzati sugli accessori?

Nella fase di avvio sì. Ma questo è solo il primo passo di un iter che vedrà progressivamente l’ingresso in nuove categorie e lo sviluppo di ulteriori progetti a marchio Pinalli, a cominciare dal lancio di due mascara. Il numero delle referenze, al momento (primi di ottobre 2025, ndr) è di circa 60.

È solo una prova su strada, in negozi selezionati?

Nessun test distributivo. Il lancio ha interessato tutta la rete, formata oggi - lo ribadisco - da quasi 100 punti vendita, e dal nostro sito di vendita online, un asset importante e che è stato coinvolto da subito. Noi abbiamo un vero approccio omnicanale e, fin dall’inizio del progetto, era prevista la partecipazione della piattaforma online.

Facciamo un passo indietro, tornando all’assortimento e soprattutto al make-up…

Il nostro primo mascara è nato già lo scorso anno con il marchio Pinup, che è stato un grande successo. Così, a settembre 2025, abbiamo deciso di raddoppiare, lanciando Curveup, con un design differente, uno scovolino diverso e un’altra formulazione. Inoltre, per Pinup abbiamo introdotto la versione marrone, che segue alcuni trend molto forti e attuali. Al tempo stesso Curveup ha inserito il nero nella propria offerta. Qui, effettivamente, possiamo parlare di test, tramite drop, ovvero spazi dedicati. La linea non è completa, ma potrebbe espandersi in funzione del consenso dei nostri visitatori. Personalmente sono fiduciosa, perché ho avuto un riscontro fortemente positivo dai colleghi che si occupano di analizzare le vendite. Questo dimostra che avere un nostro marchio era necessario, sia nel contesto di un piano di rebranding esteso, sia per rispondere ai bisogni della domanda. Il vero mestiere di un buon retailer è di dare soprattutto i prodotti che necessitano al consumatore finale.

Siete anche produttori, o vi avvalete di terze parti?

Noi siamo retailer puri, dunque non produciamo. Abbiamo buoni partner, che nel settore della cosmesi non mancano di sicuro. Il processo di selezione o di scouting non ha portato alla scelta di uno o due grandi fornitori, in grado di fare quasi tutto, ma piuttosto di aziende specializzate e molto abili nella concezione di singoli prodotti o, meglio, di specifiche categorie.

Il mercato cosmetico è in perenne crescita, almeno dal post Covid. Ma parallelamente si è verificata una forte rincorsa dell’inflazione. Quanto ha pesato quest’ultimo elemento?

Pur tenendo conto della dinamica inflattiva che ha interessato anche il nostro settore negli ultimi anni, questo elemento non ha inciso in modo diretto sulle nostre scelte di assortimento né sull’impostazione complessiva del progetto private label. È stato però un fattore che abbiamo valutato attentamente nella definizione del posizionamento di prezzo, affinché fosse pienamente coerente con il nostro principio guida: garantire sempre il miglior equilibrio possibile tra qualità e valore percepito.

Fra le linee di Mdd esiste qualche best seller?

Certo. I prodotti che sono piaciuti di più sono i pennelli per fondotinta e correzione del trucco. Di solito sono un po’ costosi, ma, come detto, siamo riusciti a coniugare prezzo e qualità, innescando una crescita che si mantiene elevata.

       
       

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