Nel 1980 tre giovani di Austin (Texas) ebbero un idea: creare un grande supermercato che vendesse solo prodotti realizzati con rigorosi criteri di rispetto dell’ambiente e che fossero di comprovata alta qualità. Quell’idea oggi si chiama Whole Foods, annovera 275 punti di vendita negli Stati Uniti, è da poco sbarcato in Europa ed il suo titolo, quotato nella Borsa americana (Nasdaq) dal 1992 cresce mediamente del 19% annuo.

L'anti Wal Mart
Questo pazzesco fenomeno della distribuzione non vive dei numeri del colosso Wal Mart, ma al contrario vive di qualità senza badare al prezzo ma, soprattutto, all’insegna del rispetto dell’ambiente, dei consumatori, della terra e degli animali.

La compatibilità ambientale
Il rispetto per l’ambiente si traduce in singolari operazioni di marketing: tra tutte, spicca quella che permette uno sconto al consumatore che porta direttamente da casa il sacchetto per mettere la spesa. La tutela dei consumatori viene ricercata attraverso un offerta che sia rivolta all’alta qualità comprovata e dichiarata, il loro consumatore deve sapere perfettamente cosa mangia. La tutela della terra: pensate che Whole Foods si preoccupa del riciclo della spazzatura organica, il compost, che viene venduto come concimante da giardino, ma soprattutto l’utilizzo di energia di fonti rinnovabili al 100%. Tre sedi, addirittura, si autoproducono il fabbisogno energetico tramite pannelli solari posizionati sul tetto.

Lo sbarco nel Vecchio Continente
Questa catena è molto radicata in alcuni territori degli Stati Uniti, soprattutto in quelle zone dove la mentalità “liberal” dei loro consumatori si traduce in una chiara propensione politica. Però dal 2007 questo fenomeno economico ha smesso di essere prettamente Statunitense, infatti a Giugno di quest’anno ha aperto il primo punto vendita in Europa, precisamente in Inghilterra a Londra. Chissà se li vedremo mai in Italia?

Andrea Meneghini