La distribuzione moderna è già impegnata nel campo della sostenibilità ambientale e sociale e sta sviluppando nuovi progetti. Il 60% degli operatori, un dato ‘forte’ rispetto alla media nazionale, riconosce come strategico questo concetto, con obiettivi come la riduzione della plastica, la diminuzione delle emissioni, la tutela del benessere animale, la tracciabilità della filiera nei prodotti Mdd.

È quanto emerge dall’anticipazione - da parte di The European House – Ambrosetti e Associazione distribuzione moderna (Adm) – dei messaggi chiave del position paper “Il contributo della marca del distributore alla sfida dello sviluppo sostenibile e del Paese”, che verrà presentato nel Convegno di apertura di MarcabyBolognaFiere 2020.

I risultati dello studio emergono da interviste a business leader e da due sondaggi, uno ai vertici della distribuzione (il campione rappresenta l’84% del fatturato di settore), l’altro alle aziende fornitrici con ricavi inferiori ai 150 milioni di euro, integrate dall’analisi dei bilanci di 415 imprese partner di private label.

Dal punto di vista della sostenibilità in generale si osserva che, già oggi, il supermercato medio sta progressivamente riducendo i consumi di energia elettrica (-30% dal 2005 al 2017 e -2,9% nel 2018) e di acqua (112 milioni di litri in meno all’anno). Inoltre, sale il recupero delle eccedenze alimentari, attraverso donazioni che sono aumentate di 6 volte negli ultimi 7 anni.

Il maggiore dinamismo si osserva proprio nelle linee a marca del distributore, un settore che vale 10,8 miliardi di fatturato nel 2019 e il cui sviluppo, negli ultimi 16 anni, ha determinato l’80% della crescita realizzata (nel segmento domestico e sul mercato interno) dall’industria alimentare.

La sostenibilità si evidenzia non solo nei prodotti, che si mostrano sempre più vicini alle nuove esigenze dei consumatori, ma soprattutto nella filiera: l’analisi dei bilanci dei fornitori negli ultimi 6 anni dimostra che le aziende hanno performance economiche, occupazionali e di reddito migliori delle altre imprese del food, un dinamismo che aumenta al crescere della quota di fatturato generata con le Mdd.

Ma in cosa si concretizza la sostenibilità conseguita attraverso i marchi propri? Adm ha individuato una definizione: “Il concetto esprime la volontà di essere di indirizzo per lo sviluppo sostenibile del Paese, di avere rapporti costruttivi con i fornitori per metterli nella condizione di fare investimenti in una logica di sostenibilità, con la finalità di divenire, essi stessi, più sostenibili e di offrire prodotti coerenti con le nuove esigenze dei consumatori, generando, in questo modo, una filiera responsabile e attivando un circolo virtuoso da cui tutti, imprese, cittadini e società, traggano beneficio”.

La relazione con i fornitori è quindi la chiave di volta. Per questo essi non verranno più definiti “copacker” ma “Mdd partner”, una questione solo apparentemente semantica, ma in realtà di sostanza, in quanto implica una vera alleanza, finalizzata al successo di ambo le parti.

“La marca del distributore – spiega Giorgio Santambrogio, presidente di Adm e amministratore delegato di Gruppo VéGé - esprime da tempo immagine, posizionamento e valori dell’insegna che rappresenta, creando un forte legame con il consumatore, che vi si rivolge con fiducia e regolarità. Il grande lavoro che tutte le imprese distributive stanno svolgendo sul tema della sostenibilità potenzia questo rapporto. Entrambi i soggetti, Mdd e clienti, si trovano infatti allineati nella ricerca di condizioni, sia di produzione che di consumo, che guardino a un futuro migliore, più a misura d’uomo e rivolto alla tutela dell’ambiente. È così che possiamo gettare le basi per indirizzare l’intero Paese verso uno sviluppo sostenibile”.

“La marca del distributore – aggiunge Valerio De Molli, managing partner e ceo di The European House – Ambrosetti - ha un ruolo attivo, di ‘educatore’ e ‘garante’ della sostenibilità verso il consumatore, al quale offre una risposta concreta all’aumentata richiesta di sostenibilità a prezzi accessibili. Secondo le nostre stime, i prodotti Mdd hanno consentito di risparmiare 2,8 miliardi di euro all’anno, circa il 50% delle risorse stanziate per il reddito di cittadinanza nel 2019”.