di Luca Salomone

“Ricchi, ricchissimi… praticamente insuperabili”: così titola l’ultima edizione dell’Osservatorio Immagino, la decima, di GS1 Italy, a proposito degli alimenti ‘con’, ossia con ingredienti benefici e funzionali, un vero plus, in tutti i sensi. Sì, perché sono i ‘rich-in’ a tirare la volata delle maggiori tendenze alimentari dei 12 mesi fra giugno 2020 e giugno 2021. Le vendite di questo segmento hanno superato 3,64 miliardi di euro e la loro variazione percentuale è stata del +3,2 per cento a fronte di una pressione promozionale del 29,8%, dunque significativa, ma non certo devastante.

L’analisi delle etichette, che è alla base di tutta la ricerca e ne forma il racconto, illustra quali sono gli ingredienti più amati dagli italiani. Ecco i claim più diffusi: con vitamine, ricco di fibre, con Omega 3, integrale, ricco di ferro, fonte di calcio…

Non solo: Immagino ha individuato ‘i fantastici 27’, ossia altrettanti componenti, monitorati abitualmente dai ricercatori, e che decretano il successo di molti generi alimentari, portando a un giro d’affari di 1,4 miliardi in crescita del 2,6 per cento. Fra i più gettonati troviamo i ‘superfruit’, come mandorla, mirtillo e cocco. Scema invece l’interesse per i ‘supercereali’, a parte il caso dell’avena, che fa un balzo del 5,4 per cento, mentre continua a tenere l’offerta di semi, che dà uno spunto positivo dello 0,4 per cento.

Incrementi apprezzabili si osservano anche sui prodotti adatti a un determinato stile di vita, 3,34 miliardi di ricavi e un +2,3 per cento, nonché sui beni destinati agli intolleranti (4 miliardi in valore e +1,8 in trend), come il senza lattosio e il senza glutine.

Regge bene l’italianità in etichetta, che determina 8,73 miliardi di euro di vendite (+1,8 la variazione) e un 33,4 per cento di intensità promozionale. “Il made in Italy dichiarato - si legge - è arrivato a rappresentare il 26,9% del sell-out del paniere alimentare rilevato dall’Osservatorio Immagino e il 25,8% della numerica. Ed è stata la componente push a determinare il risultato positivo, grazie a una crescita doppia rispetto a quella della domanda (rispettivamente +1,2% e +0,6%). Complessivamente, nei supermercati e ipermercati italiani, sono più di 22 mila le referenze che comunicano on pack la loro italianità, declinandola in modi differenti”, dalla bandiera tricolore, il vero must, alla denominazione di origine, al semplice ‘prodotto in Italia’, al più deciso ‘cento per cento italiano’.

Tiene botta anche tutta l’area del free from, con vendite di poco inferiori ai 7 miliardi di euro, in aumento di oltre mezzo punto, un dato piccolo, ma da accreditarsi al continuo aumento dell’offerta. Qui i best seller sono i prodotti senza conservanti (+9,3% in valore), senza olio di palma (+6,4%), con pochi grassi (+5,4), senza coloranti (+3,3) e con pochi zuccheri (+3,1). Tutte parole magiche che la dicono lunga sull’attenzione riposta nella cura della linea e del benessere.

«Oggi l’informazione è la nuova materia prima – scrive Marco Cuppini, direttore ricerche e comunicazione di GS1 Italy -. Infatti, anche grazie alle tecnologie digitali, il data management consente di migliorare l’efficienza, ridurre i costi e aumentare il livello di servizio. Il consumatore è immerso appieno in questa rivoluzione dell’informazione “fluida”, disponibile in qualunque momento, in qualunque luogo e in quantità inimmaginabili fino a qualche anno fa. Accanto alla rivoluzione digitale il consumatore risponde, poi, agli stimoli della cultura alimentare e delle scoperte scientifiche, su come il cibo influenzi la salute e il benessere. L’informazione sui prodotti alimentari diventa così un elemento fondamentale e l’etichetta è la prima linea per entrare in contatto con il consumatore, educarlo e soddisfare la sua esigenza di informazioni complete e trasparenti. Le persone sono alla ricerca di punti di riferimento e i punti di vendita e le marche dispongono di strumenti informativi importanti per costruire una relazione di valore con loro: “informare bene” è oggi una delle mission costitutive delle imprese».

Ma cosa contiene l’intero osservatorio, nelle sue 92 pagine, liberamente scaricabili da Internett?

La decima edizione ha ampliato ulteriormente il suo raggio di analisi, incrociando i dati Nielsen su venduto, consumo e fruizione dei media, con le informazioni, rilevate dal servizio Immagino di GS1 Italy, presenti sulle etichette di 125.431 prodotti, tra alimentari e non alimentari, venduti nei supermercati e ipermercati italiani. Un paniere ampio e diversificato che, nell’anno terminante a giugno 2021, ha generato ricavi di poco inferiori ai 39 miliardi di euro, pari all’83% del sell-out totale realizzato da iper e super.

Di grande interesse l’approfondimento sulla sostenibilità in etichetta, il consueto “Barometro sostenibilità”, che misura e racconta come le aziende comunicano tale evoluzione e le decisioni che esse hanno adottato per migliorare il loro impatto ambientale.

A giugno 2021 hanno superato quota 30 mila i prodotti che riportano almeno un claim, o una certificazione, relativi alla difesa dell’uomo, dell’ambiente e degli animali. Il loro giro d’affari è arrivato a 11,5 miliardi di euro, in aumento del 3,2% rispetto ai 12 mesi precedenti. Nello stesso periodo è cresciuto anche il numero delle indicazioni “green” rilevate sulle confezioni (ben 40 tra claim e certificazioni).

Infine, il dossier tematico, dedicato questa volta al mondo della nutrizione di cani e gatti. Complessivamente sono stati rilevati 3.461 prodotti, che hanno sviluppato 767 milioni di euro di vendite tra super e iper, con una crescita tendenziale dell’1,2 per cento.

Partendo dalla rilevazione di 18 claim, anche questo settore è stato suddiviso in tre panieri, dedicati rispettivamente al free from, al rich-in e all’italianità. In estrema sintesi si scopre che gli umani stabiliscono per i propri pet le stesse priorità che hanno fissato per sé: benessere, alimentazione sana, naturalità e chiara origine dei prodotti, controllo del peso, integrazioni e supplementi per prevenire o contenere, patologie, intolleranze, invecchiamento.