di Luca Salomone

Più ancora del Covid a preoccupare le imprese e i consumatori è, in questo momento, l’indigesto cocktail tra rincari energetici e inflazione, due variabili dipendenti, che, secondo i calcoli di Assoutenti (Associazione nazionale utenti servizi pubblici), rischia di avere un impatto molto violento sull’economia: nel caso in cui la perdita del potere di acquisto si mantenesse sopra il 3% nel corso dei primi 6 mesi del 2022, e qualora il Governo non riuscisse a sterilizzare gli aumenti di luce e gas, i consumi degli italiani – sostiene l’associazione - potrebbero subire un calo complessivo di 100 miliardi di euro, sugli oltre 900 miliardi annui, con una riduzione, in confronto all’ante pandemia, di circa 11 punti e una contrazione di 3.850 euro a famiglia.

«I consumatori si ritrovano oggi in una situazione estremamente pericolosa – sottolinea il presidente di Assoutenti, Furio Truzzi -. Da una parte sono assediati dall’aumento dei prezzi al dettaglio, con l’inflazione che, a dicembre, è salita al 3,9% e incrementi dei listini che stanno proseguendo nelle ultime settimane. Dall’altra parte sono impoveriti dai maxi-rincari delle bollette, scattati prima in ottobre e poi in gennaio. Una vera e propria guerra che lascerà sul campo un massacro: la perdita del potere d’acquisto impoverirà ulteriormente una consistente fetta di popolazione, costringendola a tagliare la spesa nei settori non primari, per riuscire ad arrivare a fine mese, con immensi danni per il commercio e per l’economia nazionale”.

Tutto questo darebbe il colpo di grazia a migliaia di piccole attività in difficoltà, con effetti depressivi su occupazione e Pil. Secondo Truzzi «il Governo dovrebbe introdurre subito una tassa sugli extra-profitti delle società energetiche pubbliche, da quelle di trasporto e consegna, come Terna e Italgas, a quelle di produzione, come Enel ed Eni, fino alle ex-municipalizzate, come Acea, A2a, Iren, Hera, allo scopo di trovare risorse per contrastare il caro-bollette».

Allineato è il Codacons, che spiega che, negli ultimi nove mesi, le tariffe del gas hanno subito un aumento complessivo dell’84,4%, mentre l’elettricità è cresciuta dell’86,9%. Questo significa che ogni singola famiglia si ritrova a spendere 1.119 euro in più, senza contare i possibili, futuri adeguamenti che Arera potrebbe disporre nel corso del 2022. E tutto ciò – continua il Coordinamento delle associazioni per la difesa dell'ambiente e dei diritti degli utenti - nonostante il Governo abbia messo sul tappeto quasi 8 miliardi di euro per contrastare il caro-bollette (1,2 miliardi a giugno, oltre 3 miliardi a settembre, e 3,8 nell’ultima Manovra), soldi che non sono bastati a evitare la stangata.

Per questo Codacons sta preparando un maxi-ricorso per milioni di italiani, una iniziativa che sarà svelata nei dettagli nei prossimi giorni. «L’aumento delle bollette è un massacro per famiglie e imprese – ha ribadito all’Adnkronos il presidente dell’associazione, Carlo Rienzi – Questo perché gli incrementi dell’energia non solo aggravano la spesa per beni indispensabili come luce e gas, ma determinato rincari a cascata in tutti i settori, riducono il potere d’acquisto dei cittadini e affossano i consumi».

E la preoccupazione non è solo italiana, come risulta da una ricerca diffusa da Ipsos il 23 dicembre e svolta su 30 Paesi nei vari continenti. I due terzi degli intervistati dichiarano di aver pagato di più per trasporti (il 70%), cibi e bevande (70%), utenze e bollette (66%), rispetto a sei mesi fa.

Circa la metà del campione – composto in totale da 20.504 individui fra i 16 e i 74 anni - ha riferito anche un aumento dei costi dell’abbigliamento e calzature, degli affitti e delle spese di manutenzione (51% delle risposte), dell’assistenza medica e sanitaria (51%) e dell’intrattenimento (49%).

“Abbiamo anche voluto indagare – scrive l’istituto - come i consumatori si aspettano che le loro spese totali, escluse quelle per le vacanze, cambino nei prossimi tre mesi. A livello internazionale una media del 42% dice che aumenteranno, mentre il 41% afferma che non cambieranno e solo il 17% sostiene, con un certo ottimismo, che diminuiranno”.

Per quanto riguarda l’Italia, in media, il 54% ha avvertito un aumento dei prezzi rispetto a sei mesi fa, un rincaro che si focalizza sui trasporti per il 73% degli intervistati, sugli alimentari per il 62%, sulle utenze per il 73%, sull’abbigliamento per il 49%, sugli affitti e le manutenzioni per il 39%, sulle spese mediche per il 40% e sull’intrattenimento per il 42 per cento. Ma le aspettative dei nostri connazionali sono decisamente migliori di quelle degli altri popoli: infatti solo il 27% pronostica un aumento delle spese familiari, mentre il 58% si attende stabilità e il 14% parla, addirittura, di riduzione.

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