di Luca Salomone

Per 1 italiano su 2 l’esperienza d’acquisto nel negozio fisico è insostituibile. Il 63% ricerca nell’esperienza di shopping spazi sicuri, per controllare il rischio di contagio, ma anche ambienti più accoglienti (39%) e personale in grado di guidare lo shopping (34%). Parola di Nomisma e Assofranchising, che hanno tirato le somme del Natale 2021 e cercato di capire quali saranno i desideri di spesa nel 2022.

Lo shopping nel 2022

Cominciamo in modo del tutto anti-cronologico, cioè dall’anno in corso. Se guardiamo ai comportamenti attuali, il progressivo ritorno alla normalità porterà il 96% a continuare a fare acquisti nei negozi fisici, trasversalmente a tutte le fasce d’età.

Per 1 italiano su 2 comprare in un negozio che appartiene a una catena è garanzia di trovare ciò che desidera, mentre il 43% ripone fiducia nella qualità del prodotto.

La tecnologia e la situazione pandemica hanno cambiato molte esigenze, accelerando alcuni cambiamenti già in atto e che, oggi più di ieri, chiedono personalizzazione e un servizio multicanale.

Sebbene i nostri connazionali siano connessi per oltre 6 ore al giorno e quasi 33 milioni acquistino online, l’analisi sottolinea come, per una persona su 2, l’esperienza in store sarà, anche nei mesi a venire, insostituibile, in particolare per la fascia d’età 45-65 anni.

Il 63% ricercherà ancora spazi sicuri, per controllare il rischio di contagio; l’attenzione alle misure di igiene e sicurezza è aumentata costantemente dall’inizio della pandemia, diventando uno standard necessario e abituale. Quanto abituale, lo dirà solo la futura evoluzione, o - si spera - involuzione, del contagio. I consumatori, per ora, vogliono igienizzanti, mascherine e accessi limitati, specie negli ambienti di piccole dimensioni.

Al futuro si guarda strizzando l’occhio anche a spazi più accoglienti (39%). Da non sottovalutare, nonostante la paura di fondo, il contatto umano: il 34% non si accontenterebbe mai di un supermercato senza casse e totalmente automatico, perché ha bisogno di uno staff esperto che lo consigli e, al bisogno, lo guidi. Naturalmente molto dipende dalla natura del bene ed è ovvio che il livello di complessità, tanto per esemplificare, di articoli di lusso, tecnologia, libri abbigliamento, sarà sempre più elevato rispetto a quello delle normali transazioni che avvengono in un classico supermercato.

Comunque, facendo un medione, per quanto grossolano, di tutti questi dati, per una buona metà della popolazione il negozio – di ogni tipologia – resta un punto fermo e, se mai, a vincere è l’integrazione fisico/digitale.

Notizie di Natale

E il Natale? Molto si è detto e scritto ma, almeno questa volta, le fonti sono credibili. In un contesto come quello attuale, nonostante la situazione pandemica, non è diminuito negli italiani il desiderio di festeggiare insieme ai propri cari.

Per quanto riguarda i regali, per più della metà, la spesa festiva 2021 è rimasta in linea con il 2020: solo il 15% è andato oltre, contro un 20% che ha risparmiato.

I vari comportamenti, analizzati, nel complesso, hanno portato a una generalizzata contrazione del budget dei regali, nel biennio: il 28% ha speso meno, specie rispetto al più felice 2019, mentre il 10% ha speso di più.

Tra i doni preferiti si confermano molti classici: abbigliamento (40%), accessori moda (36%), libri (34%), cibi e prodotti tipici (32%), ceste natalizie (30%), cura della persona (30%) e bottiglie di vino, o liquori (28%).

Lo scorso Natale, gli italiani hanno destinato 93 euro per i regali ai familiari più stretti, 21 per gli amici e 6 per i colleghi.

In via non esclusiva, 5 su 10 hanno acquistato on-line su piattaforme generaliste, con l’obiettivo di risparmiare tempo e denaro. Il 47%, però, ha scelto i centri commerciali, mentre 3 su 10 hanno preferito le vie dello shopping.

Centri commerciali al vertice

Il dato sugli shopping center – cosa che non sarà sfuggita al lettore – riporta una bella vittoria e dimostra che essi sono il perno di un’esperienza di acquisto ricca e multicanale. Del resto, per molti, i benefici dell’online – rapidità, sicurezza, resi facili, frequenti promozioni – sono poi, in buona misura, vanificati da distacco e freddezza, scarso coinvolgimento, difficoltà nello stabilire una relazione con il venditore, o con la marca.

Addirittura, negli ultimi 6 mesi del 2021, anche con Omicron alle costole, il 92% dei nostri connazionali ha frequentato i centri commerciali, il 91% per fare acquisti, l’84 anche solo per guardare le vetrine e avere idee su future spese, il 67% per trovare una food court all’altezza di ogni situazione. Insomma, come dicono gli addetti ai lavori, luoghi di vita e non solo di shopping.