«Paragonato allo scenario economico italiano del 2009, il franchising è un comparto che tiene». Si è espresso così Graziano Fiorelli, presidente di Assofranchising, presentando il Rapporto Franchising Italia 2009 in occasione della V Conferenza Nazionale del Franchising, intitolata “Il franchising protagonista dello sviluppo distributivo” e svoltasi la scorsa settimana alla Camera di Commercio di Milano.

In effetti, a leggere i numeri riportati nello studio che ha fotografato l’andamento del settore dell’affiliazione commerciale nel nostro paese, ci si sorprende non poco per il favorevole quadro che ne emerge. In un contesto economico caratterizzato da una generale contrazione dei consumi, le attività in franchising hanno registrato performance che, se non sono risultate in crescita, hanno quantomeno mostrato una buona tenuta. E questo indipendentemente dal mercato di riferimento o dalla categoria merceologica trattata dai vari franchisor.

Un merito che, probabilmente, è da ascrivere alla natura di questa formula commerciale, contraddistinta da grande flessibilità operativa, dal fatto che ogni punto vendita è in mano a un singolo imprenditore, che è in grado quindi di reagire in modo più tempestivo ed efficace di fronte alle difficoltà che si possono presentare, permettendogli, a differenza delle strutture tradizionali, di resistere e di attutire meglio i “colpi” anche in momenti di crisi.

Ma veniamo alle cifre. Nel 2009 il settore ha sviluppato un giro d’affari di 21,7 miliardi di euro, in progresso dell’1,7% sul 2008. Un incremento che risulta essere persino leggermente superiore a quello messo a segno tra il 2008 e il 2007 (+1,4%). Il complesso delle reti operative è aumentato di 17 unità, raggiungendo quota 869  (+2%), con una dimensione media di 61,3 punti vendita. Di queste reti, ben 222 sono quelle italiane presenti all’estero (+5,2%), mentre le catene straniere operanti nel Belpaese risultano 56 (erano 53 nel 2008). Il numero dei punti vendita e gli addetti sono le uniche voci che evidenziano una lieve flessione: rispettivamente -0,2% (a 53.313) e -0,9% (a 180.525). Ma va ricordato che stiamo parlando dell’anno 2009.

Tra tutti i settori che compongono il grande comparto del franchising la Gdo alimentare resta di gran lunga quello principale. Rappresenta, in termini di incidenza sul fatturato totale, ben il 25,42%, corrispondente a 5,5 miliardi di euro. Ed evidenzia un andamento stabile. Il secondo settore per importanza - quello delle agenzie viaggi e turismo - segue a distanza abissale, ritagliandosi “solo” una quota dell’8,8%.

Non solo. Al food vanno sommati il settore Gdo non food (3,7% di share) e in ultima analisi molti altri segmenti che possono essere ricondotti a pieno titolo tra quelli che trattano prodotti di largo consumo: dall’abbigliamento uomo, donna e bambino alle calzature, dall’intimo alla cosmetica profumeria, per un totale che raggiunge l’84% del giro d’affari generato dal commercio in affiliazione. Un comparto importante, dunque, che anche in tempo di crisi ha dimostrato la sua dinamicità e la modernità della sua formula.