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Centri commerciali, quanto vale l'impatto socioeconomico?

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Centri commerciali, quanto vale l'impatto socioeconomico?

Centri commerciali, quanto vale l'impatto socioeconomico?

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Fabio Massi

Il settore dei poli commerciali attiva, lungo il sistema economico nazionale, un valore di 139,1 miliardi di euro, con un impatto occupazionale che supera 780.

00 addetti. Questi i principali risultati dell’analisi “Industry dei Poli Commerciali in Italia. Tra filiera e ruolo sociale”, curata da Nomisma per conto del Consiglio nazionale dei centri commerciali e presentata presso la Sala Conferenze di Palazzo Montecitorio.

Nel 2018 alle 1.254 strutture presenti in Italia - 1.020 centri commerciali, 181 parchi commerciali, 30 outlet, 23 leisure center - sono riconducibili 71,6 miliardi di fatturato diretto (Iva esclus), pari al 4% del Pil, 587.000 posti di lavoro e un contribuito al gettito fiscale di 27,8 miliardi di euro. A questo si somma un indotto, in termini di acquisto di beni e servizi, di ulteriori 54,1 miliardi e 159.000 posti di lavoro.

L’indagine è stata integrata con una fase di ascolto della popolazione –oltre 1.000 rispondenti su tutto il territorio nazionale – finalizzata a indagare il posizionamento degli shopping center nelle abitudini degli italiani.

I centri commerciali – senza perdere la propria funzione principale, ossia gli acquisti (effettuati dall’86% di chi li frequenta almeno 2 volte al mese) – si configurano sempre più come piazze di aggregazione e socializzazione. Per l’83% degli utenti abituali sono un luogo in cui trascorrere il tempo libero. Il 38% usufruisce anche delle proposte enogastronomiche: ristoranti, pizzerie, fast-food, tavole calde...

Due ‘regular user’ su 10 si recano al centro commerciale spinti da motivazioni di socializzazione: incontrare amici o partecipare a eventi. Importante anche il posizionamento di attrattori turistici: non solo il 69% degli italiani ha frequentato uno shopping center, o un outlet, durante le vacanze, ma per il 42% la visita lontano dal luogo di residenza è addirittura la motivazione principale per organizzare un breve viaggio, o una gita in giornata.

Spiega Massimo Moretti, presidente di Cncc: “Abbiamo commissionato questa ricerca a Nomisma affinché emergesse concretamente, anche nei numeri, l’importanza strategica dell’industria dei centri commerciali, retail park e outlet. Credo che i risultati emersi parlino da soli, in termini di occupazione generata su tutto il territorio nazionale: 2,3% dell’intera forza lavoro nazionale. L’incidenza del nostro settore è pari al 4% in termini di contributo complessivo al prodotto interno lordo italiano e sostiene, come detto, imposte annue di circa 27,8 miliardi di euro. Ma se l’importanza economica del comparto, diffuso su tutto il territorio nazionale, anche nelle zone più disagiate, è tanto evidente, colpisce anche l’impatto sociale nelle vite dei nostri concittadini. Mediamente ogni giorno fra i 4 e 6 milioni di italiani visitano un centro commerciale e, cosa importante, lo fanno in compagnia, con la propria famiglia, o con gli amici, nel 79% dei casi: dunque possiamo dire di avere creato le nuove piazze, dove le persone amano incontrarsi e stare insieme. Questa funzione è svolta soprattutto in quei contesti dove un posto bello, pulito e sicuro risulta indispensabile. E sempre più gli shopping center si trasformeranno in luoghi dove fare esperienze e dove passare serenamente il proprio tempo. Mi auguro quindi maggiore attenzione e tutela per un settore che crea ricchezza per l'Italia in termini quali-quantitativi, come avvalorato dai dati di Nomisma, affinché l’industria dei centri commerciali possa continuare a espletare il proprio ruolo di creazione e sviluppo di veri e propri social hub fisici sul territorio, a beneficio dell’intero Paese”.

“La ricerca è stata l’occasione per fare il punto sull’industria dei poli commerciali dando la giusta attenzione a un settore che merita dignità non solo dal punto di vista economico, ma anche sociale. Lo studio si è proposto, in prima battuta, di dimensionare correttamente il settore, sfatando il mito di una sovra-dotazione che nei fatti non esiste – osserva Luca Dondi, amministratore delegato di Nomisma -. La dotazione in termini di strutture e superfici è invece analoga a quella di altri Paesi europei, come Francia e Spagna. Quello che poi emerge dalle interviste è un unanime riconoscimento della capacità dei centri commerciali di rispondere alle esigenze dei cittadini, non solo tramite l'offerta commerciale, ma anche attraverso la proposta di eventi e di servizi accessori - dentista, parrucchiere, accertamenti diagnostici ecc. - proposti tutta la settimana in orari flessibili, orari che sono un altro punto di forza per il 70% dei visitatori”.

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