Raddoppia, nel 2021, l’utile netto di Unicoop Tirreno, che raggiunge 1,850 milioni di euro (era di circa un milione nel 2020). Il margine operativo è ora di 13,2 milioni, con una crescita di 30 punti, mentre le vendite lorde al dettaglio toccano 852,2 milioni.

Gli investimenti, che totalizzano 16,5 milioni (+70%), sono stati destinati per la maggior parte, 9,4 milioni, ai punti vendita che sono stati ulteriormente modernizzati e, con 4,4 milioni, resi più sostenibili.

Al 31 dicembre Unicoop Tirreno contava 96 negozi in Toscana, Lazio e Umbria, 550mila soci e 3.500 dipendenti, il 93% dei quali con contratto a tempo indeterminato

Sono i risultati ottenuti grazie al percorso intrapreso cinque anni fa, con l’adozione di un piano industriale che ha permesso di rendere efficienti i costi, di ritornare all’utile, di fare crescere il Mol e di adeguare e migliorare la rete.

A testimoniare la stabilità acquisita ci sono i dati sul patrimonio netto, che si è attestato a 259,2 milioni di euro, e il fatto che, durante il 2021, Unicoop ha restituito 135 milioni di euro, residui dei 170 milioni di euro di strumenti finanziari partecipativi, che le altre cooperative di consumo e Coopfond avevano sottoscritto in suo favore nel 2016.

La cooperativa ha poi proseguito il suo impegnato per tutelare la salute di dipendenti e clienti contro il contagio da Covid-19, registrando nel 2021 costi straordinari pari a 3,5 milioni di euro.

In positivo anche la gestione finanziaria, chiusa a 3,9 milioni di euro. Il prestito sociale, sempre a fine anno, è sceso a 592,8 milioni di euro.

Commenta Piero Canova, direttore generale: «I numeri sull’utile, sul margine operativo, sul patrimonio, così come quello sul rapporto fra prestito sociale e patrimonio netto, ben al di sotto del limite massimo di 3 fissato dalla Banca d’Italia, dimostrano la bontà degli sforzi fatti in questi anni, nonostante l’arrivo della pandemia e delle difficoltà e dei costi conseguenti. Questi dati non solo attestano l’attenzione ai conti e alla qualità del lavoro che abbiamo mantenuto, ma ci permettono di rafforzare ulteriormente il nostro gruppo rendendolo più attraente, sostenibile ed efficiente, e in grado di affrontare meglio le attuali incertezze economiche e sociali dovute alla guerra e alla crescita dei prezzi delle materie prime».