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Un trimestre senza speranze per l'advertising
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Un trimestre senza speranze per l'advertising
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Tempi sempre più duri per la pubblicità con una flessione tendenziale nel primo trimestre 2012 del 7,5% . Questo il primo dato del commento rilasciato da Nielsen e pubblicato integralmente da “Prima Comunicazione”. L’altro elemento sconcertante è che, forse per la prima volta, Internet perde la doppia cifra, attestandosi “appena” sul +8,5%.
“Pesano i risultati non entusiasmanti di televisione (-8,3%) e stampa, in particolare periodica (-10,8%) – scrive il big delle ricerche di mercato -. Si riduce ulteriormente la spesa delle aziende alimentari, le quali però, a fronte di una diminuzione degli investimenti pubblicitari (-7,7%) hanno aumentato i propri budget sul mezzo internet (+175% rispetto al primo trimestre 2011). Stabili gli investimenti del settore bevande/alcoolici (+0,2%), mentre in crescita farmaceutici/sanitari e finanza/assicurazioni, rispettivamente del 4,4 e del 19,5%”.
Consola soltanto il fatto che ogni mezzo ha ottenuto aumenti almeno su uno dei diversi segmenti merceologici.
Insomma il panorama è del tutto negativo e indubbiamente continua a risentire di vari fattori: dalla recessione, in primis, alla sempre maggiore propensione a spostare i budget verso i Paesi terzi, all’avanzata, sebbene ora più modesta, del mezzo telematico, ma soprattutto delle forme alternative, come promozioni e in store marketing.
“Pesano i risultati non entusiasmanti di televisione (-8,3%) e stampa, in particolare periodica (-10,8%) – scrive il big delle ricerche di mercato -. Si riduce ulteriormente la spesa delle aziende alimentari, le quali però, a fronte di una diminuzione degli investimenti pubblicitari (-7,7%) hanno aumentato i propri budget sul mezzo internet (+175% rispetto al primo trimestre 2011). Stabili gli investimenti del settore bevande/alcoolici (+0,2%), mentre in crescita farmaceutici/sanitari e finanza/assicurazioni, rispettivamente del 4,4 e del 19,5%”.
Consola soltanto il fatto che ogni mezzo ha ottenuto aumenti almeno su uno dei diversi segmenti merceologici.
Insomma il panorama è del tutto negativo e indubbiamente continua a risentire di vari fattori: dalla recessione, in primis, alla sempre maggiore propensione a spostare i budget verso i Paesi terzi, all’avanzata, sebbene ora più modesta, del mezzo telematico, ma soprattutto delle forme alternative, come promozioni e in store marketing.
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