Nel carrello della spesa degli italiani continuano ad aumentare i prodotti a marca del distributore rispetto a quelli degli altri marchi. Nel 2013 infatti sono cresciute del 4,4% le vendite di prodotti a marca privata, raggiungendo una quota di mercato del 18,4%, un trend che rimane costantemente positivo dal 1999 ad oggi.

Lo afferma Adm, Associazione distribuzione moderna, che ha fatto i “conti in tasca” ai nostri connazionali e che ha dimostrato che, su una spesa intelligente, di 22 prodotti, festivi e abituali, si può arrivare a un risparmio di 22,80 euro. Un dato che si ottiene sommando pasta, passata, burro, mozzarella, affettati, ma soprattutto panettone, pandoro, torrone, cotechino, champagne e spumante e via mangiando e bevendo. Il cenone low cost, a torta finita, caffè compreso, costa il 24% in meno, ossia 71,90 euro, contro 94,70 se si opta per le marche industriali. Insomma anche le feste diventano a marchio del distributore.
 
Del resto la percezione della gente, rispetto alle private label, è ormai simile a quella di una vera “marca”, che porta valori propri che si affiancano e completano nel carrello delle famiglie l’offerta rappresentata dai grandi brand industriali nazionali e internazionali.

“Un risultato – scrive Adm - determinato da un ottimo rapporto qualità/prezzo, che rende il prodotto in grado di soddisfare pienamente i bisogni di una famiglia costretta a prestare sempre più attenzione al proprio potere d’acquisto”.

Un’ottima premessa per la vicinissima edizione di Marca 2014, la rassegna bolognese dedicata alle pl che si terrà il 15 e il 16 gennaio. Secondo quanto si legge sul sito della fiera entro il 2025 la marca commerciale raddoppierà la propria quota di mercato, arrivando a una penetrazione media del 50%: secondo le previsioni effettuate da Euromonitor insieme a PLMA e Rabobank, in questo percorso a farne le spese saranno soprattutto i marchi industriali minori (i cosiddetti B-brands) mentre i marchi industriali leader (A-brands) reggeranno il confronto.