Sofidel fa ancora shopping negli Usa. Più vicino il 50% di fatturato americano
Sofidel fa ancora shopping negli Usa. Più vicino il 50% di fatturato americano
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Sofidel sempre più grande e sempre più a stelle e strisce: la multinazionale toscana, infatti, ha compiuto un ulteriore passo per accelerare sul Nord America, firmando un accordo definitivo per l’acquisizione della divisione tissue di Clearwater paper corporation.
La transazione include una capacità produttiva annua di 340 milioni di tonnellate, distribuita in quattro siti produttivi: a Shelby (North Carolina), Lewiston (Idaho), Las Vegas (Nevada) ed Elwood (Illinois).
Il closing è previsto entro il 2024, dopo i consueti adempimenti di legge e di vigilanza.
Clw, con sede centrale a Spokane (Washington), fornisce prodotti di qualità alle principali catene della Gdo statunitense e presenta ricavi superiori a un miliardo di dollari, una capacità annua di 340 mila tonnellate e oltre 1.600 dipendenti
Sofidel, nativa di Porcari, in provincia di Lucca, è presente negli States da più di 10 anni. Dal 2012, data dell’ingresso, ha portato a termine molteplici acquisizioni, a partire da quella di Cellyne holdings, rinominata poi in Sofidel America.
In seguito, ha aperto un nuovo impianto a Tulsa, in Oklahoma e poi è sbarcata, con una fabbrica all’avanguardia a Circelville, in Ohio. A Inola, di nuovo in Oklahoma, ha effettuato un altro investimento produttivo. Nel 2020, ancora, ha riversato, sul polo di Circelville, ben 185 milioni di euro per un ambizioso ampliamento. La mossa più recente, nei primi giorni di quest’anno, è stata l’acquisto, da St Paper, in Minnesota, di un’importante cartiera.
Una vera marcia trionfale su un mercato chiave e con forti consumi di prodotti in carta per uso domestico.
Gruppo Sofidel, fondato nel 1966 dalla famiglie Stefani e Lazzareschi, e guidato dall'Ad, Luigi Lazzareschi, è attivo in 13 Paesi: oltre a 8 Stati Usa, presidia 12 nazioni europee, con più di 7 mila dipendenti, un fatturato consolidato netto di 3.129 milioni di euro (2023) e una capacità produttiva che rasenta un milione e mezzo di tonnellate annue (1.440.000 nel 2023).
La sfida americana dovrebbe portare il big toscano a conseguire il 50% del suo giro d’affari proprio nell’area statunitense, che già pesava per un 30% circa a fine 2022.
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