Mentre in Carrefour si attende l’imminente arrivo del nuovo direttore generale Jacques Ehrmann - 53 anni, una carriera ai massimi livelli di gruppo Casino, dal quale è uscito in settembre in seguito a un drammatico conflitto con la proprietà - il presidente Georges Plassat si porta avanti su quelli che saranno i compiti del suo prossimo braccio destro: sviluppare i canali ad alta crescita (drive e Internet) e razionalizzare la strategia estera.

Così con un colpo che è, per quanto annunciato, abbastanza sorprendente per la sua rapidità, ieri è stata siglata un’alleanza con Cfao, un colosso nippo-francese - la controllante è Toyota Tsusho Corporation - da 3,6 miliardi di euro per 11.400 dipendenti, specializzato nel business verso 32 Paesi africani dove, tramite una costellazione di società satelliti, distribuisce di tutto: auto, farmaci, soluzioni informatiche e soprattutto beni di  consumo.

La nuova joint venture è per il 45% di Carrefour et per il 55% di Cfao. I Paesi nel mirino sono 8: Camerun, Congo, Repubblica democratica del Congo, Ghana, Costa d’Avorio, Ghabon, Nigeria e Senegal, per un totale di 25 milioni di abitanti nonché potenziali consumatori. In questo modo il secondo retailer mondiale allarga moltissimo la propria rete nel Continente, per ora limitata al Nord: Tunisia (51 punti di vendita), Marocco (45) ed Egitto (15).

Le prime aperture, che porteranno l’insegna Carrefour e beneficeranno di tutto il know-how del socio di maggioranza, costituiscono un’ottima occasione per Cfao, che da un paio d’anni sta lavorando al progetto di diventare il più grande mass merchandiser africano, tramite lo sviluppo di una propria rete di parecchie decine di centri commerciali. E una prima inaugurazione è già in calendario per il 2015 ad Abidjan, ex capitale nonché cuore commerciale della Costa d’Avorio, grazie al porto e ai suoi 4 milioni di abitanti.