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Saldi estivi alla ricerca del fatturato perduto

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Redazione

Saldi estivi al via: già partiti in Campania, Sicilia e Basilicata, la stagione dei supersconti si apre domani, sabato 6 luglio, per tutta l’Italia.

Secondo le stime dell'Ufficio Studi di Confcommercio ogni famiglia spenderà in media poco meno di 230 euro – circa 100 euro pro capite - per un valore complessivo intorno ai 3,5 miliardi di euro.

Il periodo si apre comunque all’insegna della preoccupazione per il tessile abbigliamento. Fa notare il presidente di Federazione Moda Italia, Renato Borghi: "Le vendite di primavera sono letteralmente saltate, creando una condizione di disastro economico per le imprese e sarebbe legittimo invocare lo stato di calamità per il settore che è fortemente condizionato dalla stagionalità insita nei prodotti di moda. I saldi estivi valgono circa il 12% dei fatturati dei fashion store. L'auspicio è, quindi, che almeno in questi saldi, riparta la corsa allo shopping e si possa riscontrare un'effervescenza dei consumi anche se i nostri commercianti possono solo sperare di ‘fare cassa', ma non certo di recuperare una stagione mai partita".

Nel 2018 gli acquisti nel fashion retail hanno perso l’1,7%. Spiega ancora Borghi: "Il 2018 si è chiuso ancora una volta in calo e i dati delle vendite di questo inizio d'anno sono ancora altalenanti. Rimane troppa incertezza e sappiamo bene che se manca la fiducia nel futuro e soprattutto le disponibilità economiche, anche i consumi rimangono al palo. A queste si aggiunge, lo ribadisco, un clima meteorologico che ha fatto saltare la stagione. Con i saldi estivi alle porte, non c'è molto tempo per recuperare anche se è ancora presto per tirare le conclusioni. Occorre però evitare l'incremento dell'Iva che comporterebbe un ulteriore crollo dei consumi e dare una bella sforbiciata, con un'auspicata riforma fiscale, alle tasse di famiglie e imprese per rilanciare la domanda interna.

“Le nostre aziende – continua Borghi - chiedono di lavorare almeno a parità di condizioni con quelle che si arricchiscono sul web senza versare un equo contributo al Paese. A fronte di un mercato in rapida evoluzione, di mutate abitudini d'acquisto dei consumatori e di nuovi canali di vendita, che riducono sempre più la marginalità dei nostri negozi, è in corso un monitoraggio delle rinnovate esigenze del dettaglio per riproporre le istanze del settore alle Istituzioni".

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