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Roy Roger's piu' in gamba con i monomarca

Roy Roger's piu' in gamba con i monomarca
Roy Roger's piu' in gamba con i monomarca

Roy Roger's piu' in gamba con i monomarca

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Redazione
Dopo i cosmetici Deborah un altro marchio cresciuto nella gdo, ossia nei grandi magazzini, disegna una propria rete di monomarca. Si tratta dei mitici jeans Roy Roger’s prodotti, fin dal 1952, dall’italianissima Sevenbell di Firenze, di proprietà della famiglia Biondi.

Roy Roger’s ha voluto dire, e vuole dire tuttora, insieme a Carrera, la via italiana al denim, anche se forse molti, dato il brand di sapore americano, li hanno indossati senza nemmeno immaginarselo, toccando però con mano l’ottimo rapporto qualità/prezzo.

Il 25 maggio i Biondi sono sbarcati a Forte dei Marmi, in provincia di Lucca, famosa e dorata località balneare che sta diventando, dopo Milano, e persino prima di Roma, la seconda località-laboratorio per le boutique della moda.

Si tratta del secondo flagship, dopo quello di Firenze, e prima di Napoli, Roma e Milano. Per il 2014 Niccolò Biondi, amministratore delegato, dà l’appuntamento ai propri fan molto lontano dai confini nazionali, ovvero a Mosca, San Pietroburgo, Shangai e Hong Kong.

Ma per quale motivo un brand deve in qualche modo sfuggire dalla corteggiatissima gdo? Per acquistare una propria dignità di firma e maggiore visibilità, come ha spiegato lo stesso AD al quotidiano VersiliaToday.it: “Per sostenere la crisi del mercato interno e sviluppare la nostra italianità nel mondo, riteniamo opportuno investire su una strategia retail che – parallela all’attuale network internazionale rappresentato da 980 plurimarca e department store - ci consentirà di presidiare i mercati del lusso. Con l’apertura di una catena di monomarca, nelle città strategiche della moda, contiamo di raggiungere nel prossimo triennio un fatturato di 50milioni di euro, con un incremento sull’export e sulle vendite della recente collezione donna”.

L’azienda, che conta anche i marchi Nichol e President’s ha chiuso l’ultimo bilancio con un giro di affari di 24 milioni di euro, 40 dipendenti diretti e 200 indotti. Nei propri negozi presenta una gamma completa, che va ben oltre i pantaloni più diffusi del mondo.
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