Insomma, non c’entrano neppure i germogli di soia, come non c’entravano i cetrioli spagnoli né il salame di cervo. Sta di fatto che dopo le incaute dichiarazioni delle autorità tedesche e le presunte responsabilità per l’epidemia di escherichia coli in Europa a turbare l’opinione pubblica sono la frutta e la verdura in generale i cui consumi avrebbero subìto un duro colpo secondo le organizzazioni di categoria.

Per questo i ministri dell’Agricoltura dell’Unione europea hanno erogato aiuti per 150 milioni di euro giudicati però insufficienti da quelle stesse organizzazioni e dal ministro dell’Agricoltura spagnolo che premono per avere indennizzi più sostanziosi. La Spagna chiede che venga rimborsato l’intero danno stimato, solo per lei, in 200 milioni. A qualunque cifra si arrivi a pagare alla fine sarà l’insieme dei consumatori, nonostante già sostenga il costo delle autorità alimentari e sanitarie delle quali l’Unione è sempre andata fiera.

Se ne riparlerà martedì prossimo a livello comunitario, mentre il bilancio delle vittime è per ora di 23 morti, 22 in Germania e uno un Svezia, con 2.400 persone circa infette in 14 paesi.