Si profila la Borsa per Ovs. Mentre la capogruppo, Coin, è già quotata, l’ingresso tre anni fa di Bc Partners, Investindustrial e Ontario Teachers Pension Plan, è stata determinante in questo senso, come determinante è l’alto livello di indebitamento del gruppo.

La catena, che è a tutt’oggi il motore finanziario di casa Coin, con un fatturato di 973,1 milioni (su un consolidato di 1,465 miliardi) circa 600 negozi in Italia e 150 all’estero, dovrebbe approdare entro un anno, massimo 18 mesi, in Piazza Affari ed essere oggetto di uno spin off. La notizia viene da alcune dichiarazioni rilasciate dall’amministratore delegato, Stefano Beraldo, a MF-Milano Finanza.

Durante il 2013 l’insegna è stata oggetto di un’operazione di ricapitalizzazione per 53,8 milioni, condotta dallo stesso azionista di maggioranza attraverso la holding Icon 2. Questo ha consentito a Ovs di tenere fede al piano di investimenti che, fra le altre cose, ha comportato, un rafforzamento sul versante estero. Per esempio, nel 2012, sono stati inaugurati 23 grandi magazzini in Polonia. Inoltre Ovs ha beneficiato della razionalizzazione di Upim, incorporandone parecchi punti di vendita.

Gli ultimi conti dell’insegna hanno evidenziato, in ogni caso, risultati piuttosto deboli (-2,4% di fatturato, -11% per l’Ebitda), che rientrano comunque nel quadro sfavorevole del tessile-abbigliamento italiano.
Lo sbarco in Piazza Affari, fra le altre cose, dovrebbe anche porre un argine a i 984 milioni di debiti di Gruppo Coin verso le banche che hanno finanziato l’Opa durante il passaggio di proprietà: Banca Imi, Ubs, Unicredit, BnpParibas, Crédit Agricole, Hsbc, Mediobanca e Natixis.