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Multinazionali senza crisi
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Multinazionali senza crisi
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Rialzi delle materie prime e diffidenza dei consumatori, che si fanno sempre più selettivi, esigenti e risparmiatori, non dovrebbero autorizzare troppi ottimismi per il 2011. br />
Eppure, secondo un’interessante inchiesta condotta dal giornale francese “La Tribune” sulle case history di Danone e Nestlé, la via per sfondare esiste, e si chiama strategia.
E strategia vuol dire, nei due casi, contenere i prezzi per fare concorrenza alle private label, abbattere i costi e trovare nuovi Paesi dove fare business.
Danone gioca da un paio d’anni a questa parte sulla convenienza: grazie a questa la sua divisione dei latticini freschi ha portato in dote un bel +7,5% in volume e un +6,5% sul versante dei valori. Non solo: la Russia, tanto per dirne una, è per Danone un mercato grande quanto la stessa Francia, e nel 2011 la nazione orientale dovrebbe passare in testa.
Quanto a Nestlé, che ha aumentato di oltre 13 punti il proprio investimento in marketing, ha ottenuto ottimi trend con Nescafé in Giappone.
L’Asia è ormai, per le due multinazionali, una zona di business prioritaria, dove il colosso elvetico ha visto aumentare le vendite dell’11,5%, per tacere degli incrementi a doppia cifra messi a segno in Africa e nelle sole Cina e India. Il continente asiatico costituisce invece, per Danone, il 14% del fatturato 2010.
Eppure, secondo un’interessante inchiesta condotta dal giornale francese “La Tribune” sulle case history di Danone e Nestlé, la via per sfondare esiste, e si chiama strategia.
E strategia vuol dire, nei due casi, contenere i prezzi per fare concorrenza alle private label, abbattere i costi e trovare nuovi Paesi dove fare business.
Danone gioca da un paio d’anni a questa parte sulla convenienza: grazie a questa la sua divisione dei latticini freschi ha portato in dote un bel +7,5% in volume e un +6,5% sul versante dei valori. Non solo: la Russia, tanto per dirne una, è per Danone un mercato grande quanto la stessa Francia, e nel 2011 la nazione orientale dovrebbe passare in testa.
Quanto a Nestlé, che ha aumentato di oltre 13 punti il proprio investimento in marketing, ha ottenuto ottimi trend con Nescafé in Giappone.
L’Asia è ormai, per le due multinazionali, una zona di business prioritaria, dove il colosso elvetico ha visto aumentare le vendite dell’11,5%, per tacere degli incrementi a doppia cifra messi a segno in Africa e nelle sole Cina e India. Il continente asiatico costituisce invece, per Danone, il 14% del fatturato 2010.
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