La recessione non risparmia nemmeno il ricco territorio della bergamasca e le maggiori insegne distributive. Questa volta a finire nella bufera, sono IperOrio, del gruppo Brunelli, inserito all’interno di Oriocenter, e la sede di Cisalfa, a Osio di Sopra.

“Il Giornale di Bergamo” documenta che l’ipermercato ha avviato, già il 26 agosto, la procedura di mobilità per 120 addetti su 340. Eppure si tratta di un colosso da ben 13.400 mq su due piani. Forse troppo, in quanto l’azienda ha in mente di ridurre l’area di vendita a un solo piano, pur conservando intatto l’assortimento.

Per il 10 settembre è fissata una consultazione fra le parti sociali, per rendere il più possibile indolore il taglio del personale.

E veniamo a Cisalfa. Il big degli articoli per lo sport e del relativo abbigliamento è da tempo in cura dimagrante, e la sua rete è scesa, in pochi anni, da 180 a 141 punti di vendita. Ora a essere toccata è, come già detto, anche la sede centrale dove si annunciano riduzioni per 31 lavoratori su 180.

Insomma il calo dei consumi morde tutti, specializzati e generalisti, e morde forte in un’area caratterizzata da un tessuto imprenditoriale di potenziali consumatori formato prevalentemente da Pmi e partite Iva, quella piccola e media borghesia attiva e propositiva che un tempo costituiva la spina dorsale del Paese e che oggi paga, in termini di perdita del potere di acquisto, il conto più salato a una politica e a un sistema bancario che sembrano volere fare di tutto per scoraggiare chi ha iniziativa.

A volere essere banali – ma neanche tanto – ci sarebbe da chiedersi: dove andremo a finire?