La "guerra del latte" di Coldiretti coinvolge i centri commerciali
La "guerra del latte" di Coldiretti coinvolge i centri commerciali
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Mucche davanti ai supermercati, agli ipermercati e ai centri commerciali: continua così nella giornata di oggi, 10 novembre, la “guerra del latte indetta” da Coldiretti.
Questo “per fare conoscere ai cittadini i motivi della mobilitazione che sta impegnando decine di migliaia di allevatori per impedire la chiusura delle stalle e gli effetti irreversibili sull’occupazione, sull’economia, sull’ambiente e sulla qualità dei prodotti”, spiega il presidente di Coldiretti, Roberto Moncalvo.
L’iniziativa vuole anche spiegare ai bambini da dove viene il latte e come si ottengono i formaggi senza polveri, o i semilavorati industriali. “L’ incontro – sottolinea la confederazione – permette di fornire utili consigli nell’acquisto di lattiero-caseari, per non cadere nell’inganno del falso Made in Italy. Sotto accusa il latte, lo yogurt e i formaggi spacciati come italiani per la mancanza di una normativa chiara in etichetta, ma anche per l’utilizzo di sottoprodotti, dalle cagliate alle caseine, che mettono a rischio la qualità”.
Gli appuntamenti sono a Roma, al centro commerciale Euroma 2, a Torino, presso Esselunga di Via Traiano, a Bologna (Centro commerciale Vialarga) a Venezia (Campo grande Ipercoop). Ma gli allevatori saranno attivi anche in altre città, da Milano a Bari.
Secondo Coldiretti tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro venduti in Italia sono stranieri mentre la metà delle mozzarelle è preparata con latte o addirittura cagliate provenienti dall'estero, ma nessuno lo sa perché non è obbligatorio riportarlo in etichetta.
“Nell’ultimo anno – continua Coldiretti - hanno addirittura superato il milione di quintali le cosiddette cagliate importate dall’estero, che ora rappresentano circa 10 milioni di quintali equivalenti di latte, pari al 10 per cento dell’intera produzione italiana. Si tratta di prelavorati industriali che vengono soprattutto dall’Est Europa e che consentono di produrre mozzarelle e formaggi di bassa qualità”.
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