Investindustrial, tramite i fondi a essa collegati, si aggiudica il 52 per cento di Eataly, per supportarne la crescita internazionale.

In dettaglio, l’operazione prevede un aumento di capitale di 200 milioni di euro, per azzerare l’indebitamento finanziario netto, e un concomitante acquisto, da parte del nuovo azionista di maggioranza, di una parte delle quote detenute dagli azionisti esistenti. Qui l'esborso è stimato, da fonti ufficiose, intorno ai 140 milioni di euro.

I soci storici - Eatinvest (famiglia Farinetti), la famiglia Baffigo-Miroglio e Clubitaly (Tamburi investment partners) - possiederanno complessivamente, al closing, il restante 48 per cento.

In piano c’è il rafforzamento dell’esportazione di prodotti di qualità, sia tramite l’espansione dei flagship store su scala mondiale, sia grazie allo sviluppo di nuovi formati e all’acquisto del restante 40% del business di Eataly negli Stati Uniti, dove la rete ammonta a 8 insediamenti, che dovrebbero salire a 9 se sarà confermato il progetto di un nuovo megastore a San José, in California.

Altra area di crescita sarà il Middle East–Asia, dove Eataly è attualmente attivo con 16 punti vendita affiliati.

Nicola Farinetti (oggi amministratore delegato) assumerà la carica di presidente, mentre a breve sarà annunciato il nome del nuovo Ceo.

Eataly vanta 44 negozi in 15 Paesi, fra cui Italia, naturalmente, Stati Uniti, Canada, Emirati Arabi Uniti, Giappone, Germania, Gran Bretagna, Francia, Svezia e Brasile e sta attuando un significativo piano di opening in alcune delle principali città del mondo. Da tempo si parla di Bruxelles, di una seconda location a Parigi e Toronto, ma anche di Berlino e Francoforte.

Il gruppo, che manterrà il proprio quartier generale a Monticello D’Alba (Cuneo), ha un fatturato atteso per il 2022 di circa 600 milioni di euro.

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