Buitoni, dopo l'E. Coli, chiede di riaprire Caudry. Ma scatta la causa civile
Buitoni, dopo l'E. Coli, chiede di riaprire Caudry. Ma scatta la causa civile
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Si riapre lo scandalo Buitoni che il 18 marzo 2022, in Francia, ha portato al richiamo della gamma di pizze surgelate Fraich’Up, commercializzate da giugno, a causa di una grave contaminazione da Escherichia coli nelle farine.
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Mentre Nestlé ha avanzato, nei giorni scorsi, la richiesta di riaprire, dalla metà di novembre, lo stabilimento di Caudry (Alta Francia), da dove sono usciti gli alimenti in questione, il 20 settembre Pierre Debuisson, avvocato delle vittime, ha depositato, al Tribunale di Nanterre, dove si trova la sede sociale di Buitoni, un'articolatissima citazione che chiede un risarcimento di 250 milioni di euro.
Il legale - riporta una delle molte fonti, la testata elvetica Swissinfo.ch - osserva che «i fatti sono particolarmente gravi e ripetuti, in quanto la multinazionale avrebbe continuato la vendita malgrado il sospetto, da gennaio, di una possibile epidemia, aspettando che fossero le autorità a imporre il ritiro nel mese di marzo. Questo – continua Debuisson – è il più grave scandalo alimentare europeo degli ultimi anni», con 55 persone infettate, tra le quali due bambini deceduti e uno rimasto in stato vegetativo i base ai riscontri delle autorità sanitarie dell'Esagono.
Sempre Debuisson ha ricordato che l’azienda è già interessata da un’inchiesta penale, per danni e omicidio involontario, inchiesta che però ha cumulato troppi e gravi ritardi nelle perquisizioni e previsto pene decisamente miti: 5 anni di carcere al massimo e 75 mila euro di ammenda. Al momento, inoltre, afferma l’avvocato, nessun manager o responsabile di Buitoni è stato ancora posto sotto esame.
Da notare che in aprile, poco dopo l'esplosione del caso, l'intero mercato francese delle pizze surgelate (5 miliardi di euro di vendite) è collassato, perdendo, secondo Iri, il 43% dei volumi.
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