Ambrogio Invernizzi, presidente di Inalpi di Moretta (Cn) storica realtà del settore caseario che vanta oltre 200 anni di storia, in cui sono successe migliaia di cose, fra le quali ben due guerre mondiali, non è certo fra gli imprenditori che, esasperati da un clima che nei fatti si dimostra avverso alle iniziative economiche, sono arrivati a compiere un gesto drammatico, come il suicidio.

La sua arma è invece la penna: e così ha scritto al direttore di Equitalia per denunciare la condizione di grande difficoltà economica in cui si trova la sua azienda e, come lei, numerose altre del settore alimentare e, nello specifico, del lattiero-caseario. Una situazione al limite del paradossale, se si pensa che la crisi non è causata dai debiti accumulati, ma dai ritardi con cui lo Stato rimborsa alle aziende i crediti Iva.

Inalpi spa, che ha una situazione creditoria Iva dell’anno 2011 di oltre 5 milioni di euro, alla quale si aggiunge l’importo di circa 3 milioni di euro relativo al primo trimestre 2012, nei prossimi mesi sarà costretta a sospendere parte dei pagamenti ai creditori, incluse le forniture della materia prima (circa 500 aziende agricole) e le prestazioni di lavoro dipendente. Tutto questo in presenza di un settore primario che, secondo Coldiretti, ha perso qualcosa come 50.000 operatori nel 2011 a causa dei debiti e ha registrato, è notizia di ieri, un primo caso di suicidio nel trevigiano.

“Questa situazione – scrive fra le altre cose Invernizzi – favorisce l’acquisto di latte estero in regime di Intra-stato, che comporta la compensazione immediata dell’Iva, danneggiando gli acquisti di latte italiano e le operazioni di esportazione”.

Ma il nuovo Governo non si era dato l’obiettivo di rimettere in moto il Paese, favorendo il sistema economico?