Rendere i centri commerciali veramente ecocompatibili riducendo addirittura del 75% i consumi mediante l’impiego di fonti rinnovabili: questo l’obiettivo del progetto CommONEnergy che l’Ue ha finanziato con 9,1 milioni di euro, e che viene coordinato da Eurac, l’Accademia Europea di Bolzano, centro di ricerca e di formazione impegnato in quattro aree scientifiche: autonomie, montagna, salute e tecnologia.
“L’obiettivo -  si legge sul sito dedicato al piano intereuropeo -  è di concepire i centri commerciali in un modo completamente innovativo, ammodernandoli secondo un approccio sistemico, che prevede sia di sviluppare soluzioni e tecnologie innovative, sia di promuovere metodi e strumenti che ne favoriscano l’implementazione. La robustezza delle soluzioni e dell’approccio verranno provate sul campo in tre casi studio (in Italia, Norvegia e Spagna), che permetteranno di verificare la riduzione dei consumi garantendo nel contempo il miglioramento delle condizioni di comfort interno e degli indicatori di impatto ambientale, stimati attraverso una valutazione del ciclo di vita (LCA) dell’edificio”.

Le aree pilota e da riconvertire, come riferisce il Corsera sono quelle dell’area dell’ex officina Guglielmetti a Genova, di Trondheim in Norvegia e del Mercado del Val di Valladolid, per la Spagna. Peccato che la sperimentazione ligure, in Val Bisagno, sia già in forse. Qui ferve un braccio di ferro tra gli abitanti e gli operatori. Preoccupa il piano promosso da Talea – società di gestione che fa capo a Coop Liguria – che prevede un complesso alberghiero abbastanza faraonico (si parla di una torre di 35 metri) – e un mini mall di circa 7.500 mq con 36 attività, di cui 25 negozi e le restanti 11 adibite a servizi.

In ogni caso lo scontro, piuttosto abituale, fra le realtà locali e i gestori commerciali, nulla toglie alla validità e all’urgenza del piano, come ha spiegato al Corsera Roberto Lollini, dell’Istituto per le energie rinnovabili dell’Eurac e responsabile del progetto: «Un centro commerciale consuma anche quattro, cinque volte più energia per metro quadro rispetto a un edificio residenziale. Banchi frigo, impianti di illuminazione, climatizzazione e ventilazione, scale mobili e porte aperte sia d’estate che d’inverno, sono voci che pesano notevolmente sul loro bilancio energetico. E con un consumo annuo a metro quadro anche di oltre 500 chilowattora di energia primaria, i centri commerciali, che in Europa rappresentano il 7% delle costruzioni e coprono aree molto estese, dai 10 ai 40.000 mq circa, sono tra i servizi più energivori».

 

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