De Agostini, non solo editore, ma big finanziario attraverso Dea Capital e, forte investitore nell’alimentare, tramite il fondo Idea taste of Italy, scommette di nuovo sulle eccellenze del made in Italy e rileva, come riporta in anteprima Il Corriere della Sera, una sostanziosa quota di minoranza, del 10,28%, di Venchi, dove fa il suo ingresso come primo investitore istituzionale.

Venchi 1878 è sinonimo, come tutti sanno, di cioccolato e gelato, e opera, oltre che come produttore, attraverso 92 negozi monomarca – il canale principale - distribuiti in Europa, Stati Uniti, Cina e Oceania, sia nelle high-street, sia nei centri commerciali di tipo prime. Conta poi un proprio e-commerce e un network di concessionari.

La proprietà è in mano ad alcuni imprenditori e, in particolare, alla famiglia Ferrero, che non è legata, come si potrebbe credere, alla multinazionale di Alba. Fondatore e Ceo è Daniele Ferrero, che detiene il 30% del capitale.

Le cifre dell’azienda, comprendendo tutte le attività, sono di grande rilievo: un fatturato di 205 milioni di euro nel 2023 e un Mol di 46 milioni, con la previsione di salire, quest’anno, a 250 milioni di giro d’affari e a 50 milioni di Ebitda.

L’azienda cuneese, di Castelletto di Stura, attraverso la società capofila, Venchi Spa, ha realizzato utili 2023 pari a 12,6 milioni (dati camerali).

L’obiettivo dell’editore e investitore sarà di accelerare ancora di più la rincorsa di quella che è ormai, di fatto, una piccola multinazionale, nonché un pezzo di storia italiana, essendo stata fondata, nel 1878, dall’allora ventenne Silvano Venchi, artigiano pasticcere con notevole spirito imprenditoriale.

De Agostini, in base agli accordi, avrà diritto alla nomina di un consigliere di amministrazione nel board di Venchi, che sarà Nicola Drago, vicepresidente del gruppo novarese.