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Fruit Logistica apre i battenti a 3.200 espositori e 78.000 buyer

Fruit Logistica apre i battenti a 3.200 espositori e 78.000 buyer
Fruit Logistica apre i battenti a 3.200 espositori e 78.000 buyer

Fruit Logistica apre i battenti a 3.200 espositori e 78.000 buyer

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Redazione

Apre oggi, 6 febbraio, a Berlino, Fruit Logistica.

Il salone, che si protrae fino a venerdì, 8 febbraio, è leader mondiale del comparto ortofrutticolo, presidiato in tutta la catena del valore, dai coltivatori ai rivenditori, all'innovazione e all'informazione di settore.

La rassegna totalizza quest’anno 78.000 buyer e visitatori professionali, e 3.200 espositori da 90 Paesi, tra i quali l’Armenia, presente per la prima volta.

"Con il crescente numero di espositori, siamo ancora una volta riusciti a confermare il ruolo di Fruit Logistica come punto di riferimento globale per l'industria dell’ortofrutta fresca – commenta Madlen Miserius, senior product manager della rassegna -. In questa manifestazione buyer e operatori professionali possono avere la panoramica più completa del mercato, sfruttando al meglio l'intero spettro del commercio ortofrutticolo mondiale. Si affronteranno temi del futuro, come la blockchain e la robotica, visto che la digitalizzazione sta modellando l’intera catena del valore”.

Le macchine a controllo digitale, per esempio, raccolgono frutta 24 ore al giorno, 7 giorni su 7, e quello che, solo 2 anni fa, era ancora un sogno del futuro, viene ora testato nella vita reale in numerosi progetti in Europa, Stati Uniti e Nuova Zelanda.

Verrà pubblicato anche lo “European Statistics Handbook 2019”. I dati confermano, fra l’altro, che il 42% della produzione europea di frutta e verdura proviene dall’Italia e dalla Spagna. Il nostro continente ha prodotto nel 2018 ben 47 milioni di tonnellate di frutta e 56 milioni di tonnellate di verdura per un totale di 103 milioni di tonnellate. Guardando gli scambi con i Paesi terzi le importazioni hanno raggiunto 47 milioni di tonnellate e l’export 37 milioni, con un delta commerciale negativo di oltre 12 miliardi di euro.

Dopo la Germania con 8,5 milioni di tonnellate, il Regno Unito è il secondo importatore con 6,5 milioni di tonnellate. Non c'è da stupirsi, quindi, che il comparto stia seguendo con molto interesse le vicende della Brexit.

       
       

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