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Due multinazionali cedono alla recessione
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Due multinazionali cedono alla recessione
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Se le pmi piangono le multinazionali non ridono. Due casi, peraltro prevedibili, hanno tenuto banco in questi giorni del ponte pasquale.
Il primo riguarda Carrefour, dove uno degli ultimi atti del presidente Lars Olofsson, che sarà sostituto in settimana da Georges Plassat, che dovrebbe mettere in cura tutto il gruppo, è stato l’annuncio di consistenti blocchi dell’occupazione, sia in Francia che in Spagna.
Nell’Esagono, dove i sindacati si sono già mobilitati in forze, verranno però soltanto congelate le assunzioni nelle sedi e non a livello di punti di vendita. Nel Paese iberico, dove gli addetti sono 6.400 in 154 magazzini, i salari e le contrattazioni verranno bloccati fino a nuovo ordine.
Altro provvedimento di emergenza riguarda il colosso dell’elettronica Sony, investito frontalmente dal ripiegamento delle vendite di televisori. Verranno cancellati, nel mondo, ben 10.000 posti di lavoro, pari al 6% del totale.
La multinazionale dovrebbe chiudere in rosso, per la quarta volta consecutiva, il proprio bilancio di esercizio, nonostante abbia in portafoglio prodotti boom come Playstation. Non solo: ricordiamo che il mese scorso Sony aveva già dismesso le proprie attività nel settore dell’industria chimica, chiudendo un’intera divisione.
Il primo riguarda Carrefour, dove uno degli ultimi atti del presidente Lars Olofsson, che sarà sostituto in settimana da Georges Plassat, che dovrebbe mettere in cura tutto il gruppo, è stato l’annuncio di consistenti blocchi dell’occupazione, sia in Francia che in Spagna.
Nell’Esagono, dove i sindacati si sono già mobilitati in forze, verranno però soltanto congelate le assunzioni nelle sedi e non a livello di punti di vendita. Nel Paese iberico, dove gli addetti sono 6.400 in 154 magazzini, i salari e le contrattazioni verranno bloccati fino a nuovo ordine.
Altro provvedimento di emergenza riguarda il colosso dell’elettronica Sony, investito frontalmente dal ripiegamento delle vendite di televisori. Verranno cancellati, nel mondo, ben 10.000 posti di lavoro, pari al 6% del totale.
La multinazionale dovrebbe chiudere in rosso, per la quarta volta consecutiva, il proprio bilancio di esercizio, nonostante abbia in portafoglio prodotti boom come Playstation. Non solo: ricordiamo che il mese scorso Sony aveva già dismesso le proprie attività nel settore dell’industria chimica, chiudendo un’intera divisione.
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