Coronavirus: cosa prevede il nuovo Dpcm per la distribuzione e la ristorazione
Coronavirus: cosa prevede il nuovo Dpcm per la distribuzione e la ristorazione
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Non solo i centri commerciali ma anche le medie e grandi superfici non alimentari saranno costrette a chiudere nel prossimo fine settimana, 7 e 8 marzo.
Lo prevede il nuovo Decreto del presidente del Consiglio dei ministri firmato e reso pubblico la sera del 1° marzo e operativo da ieri, lunedì 2 marzo.
I provvedimenti sono molti e riguardano, notoriamente, palestre, scuole, attività pubbliche di vario tipo, trasporti e altro, con misure che variano da zona a zona.
Da precisare che lo stop delle palestre, centri benessere, piscine e simili concerne solo le aree più colpite, cioè la Lombardia e la provincia di Piacenza.
Dal punto vista strettamente distributivo la Gdo non alimentare resterà ferma nelle province di Bergamo, Lodi, Piacenza e Cremona.
Il Dpcm prevede, invece, sempre per questi territori l’esclusione di farmacie, parafarmacie e punti vendita alimentari.
I mercati all’aperto non subiscono variazioni, come i cittadini hanno già potuto constatare la settimana scorsa.
Ristorazione: nelle regioni Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto e nelle province di Pesaro e Urbino e Savona è concesso lo svolgimento delle attività di bar e pub, a condizione che il servizio sia espletato per i soli posti a sedere e che, tenendo conto delle dimensioni e delle caratteristiche dei locali, gli avventori siano messi nelle condizioni di rispettare la distanza reciproca di almeno un metro.
L'apertura delle attività commerciali diverse da quelle di ristorazione è condizionata all’adozione di misure organizzative tali da consentire un accesso con modalità contingentate, o comunque idonee a evitare assembramenti di persone e tali da garantire ai frequentatori la possibilità di rispettare la distanza di almeno un metro tra i visitatori.
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