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Carni lavorate pericolose come le sigarette secondo l'Oms

Carni lavorate pericolose come le sigarette secondo l'Oms
Carni lavorate pericolose come le sigarette secondo l'Oms

Carni lavorate pericolose come le sigarette secondo l'Oms

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Redazione

Affettati e salumi, affumicati e lavorati, pericolosi come le sigarette: carni fresche quasi, o comunque sotto stretta sorveglianza.

Queste, in parole povere, le conclusioni alle quali è giunta l'International Agency for Research on Cancer (IARC) dell'Oms.

"Il gruppo di lavoro – si legge nel documento ufficiale - ha classificato il consumo di carne lavorata nel gruppo 1 di rischio cancerogeno in base a un’evidenza sufficiente per il tumore al colon retto. Inoltre è stata trovata un’associazione tra consumo e tumore allo stomaco. La possibilità di errore non può invece essere esclusa con lo stesso grado di confidenza per il consumo di carne rossa".

Particolarmente rischiosi sarebbero lo scatolame a base di carne, i würstel, i prosciutti e salumi se lavorati ''attraverso processi di salatura, polimerizzazione fermentazione, affumicatura, o sottoposti ad altri processi per aumentare il sapore o migliorare la conservazione''. Probabilmente cancerogene, incluse nel gruppo 2, sarebbero poi “tutti i tipi di carne di muscolo di mammifero, come per esempio manzo, vitello, maiale, agnello, montone, cavallo e capra''.

Una bomba devastante. E se le maggiori associazioni di consumatori, come Federconsumatori e Adusbef, chiedono per i cittadini “trasparenza, chiarezza, notizie certe e attendibili” il settore si prepara a rispondere.

Lo ha fatto Federcarni, aderente a Confcommercio. Quello che preoccupa di più Federcarni-Confcommercio, la Federazione nazionale macellai – si legge in una nota -, è l’effetto allarmismo che può derivare dalle affermazioni dell’Iarc, con una ricaduta negativa concreta sull’attività di migliaia di imprese della produzione e della distribuzione di qualità.

“Non bisogna mai commentare d’istinto quando si tratta di indicazioni di carattere scientifico – rileva Maurizio Arosio, presidente di Federcarni – ma non si può sottacere il grave rischio allarmismo.

“Proprio in questo periodo, come Federcarni, abbiamo avviato la campagna delle borse della carne con messaggi importanti per i consumatori sulle qualità della carne rossa che, magra - secondo una ricerca americana (Penn State University) - fa bene alla salute; sul fatto che la carne sia oggi uno degli alimenti più controllati e sicuri, e su quanto sia importante il ruolo del macellaio nel saper consigliare”.

“I criteri generali di una sana alimentazione: qualità e moderatezza – conclude Arosio - sono le risposte giuste”.

Ancora più dettagliata la risposta di Assica (industriali delle carni e dei salumi) che, dopo avere fatto presente che i quantitativi considerati da Iarc sono molto elevati, almeno rispetto alle abitudini italiane (100 grammi al giorno per il fresco e 50 per il trasformato), conclude: "Confidiamo non si crei un ingiustificato allarmismo che rischia di colpire uno dei settori chiave dell’agroalimentare italiano. Il settore agroalimentare in Italia contribuisce a circa il 10-15% del prodotto interno lordo annuo, con un valore complessivo pari a circa 180 miliardi di euro. Di questi, circa 30 miliardi derivano dal settore delle carni e dei salumi, includendo sia la parte agricola che quella industriale. I settori considerati danno lavoro a circa 125.000 persone a cui va aggiunto l’indotto".


Per saperne di più leggi la posizione di Assica e clicca qui

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