“La Coop sei tu, ma ora non c’è più”. Lo slogan dei lavoratori campani di Unicoop Tirreno, riportato dai quotidiani, la dice lunga sull’amarezza e la preoccupazione causate dalla paventata decisione della cooperativa di abbandonare la Regione. L’azienda, dal canto suo, ha delle buone ragioni, che consistono soprattutto in una perdita di 12 milioni di vendite dovuta alla recessione, che nel Mezzogiorno infierisce anche più pesantemente sul potere di acquisto delle famiglie.

Dunque finiscono sul mercato – il compratore si conoscerà in giornata – 5 grandi superfici (iper e super) che vogliono dire un giro di affari di 155 milioni di euro, rispetto però a 80 di mancate vendite cumulati in un quinquennio.

Secondo quanto riferito dalle fonti sindacali al “Sole 24 Ore” la cessione si configura come passaggio del 49% delle quote a Catone Group (logistica, ma anche master franchisor di 2C ossia 27 negozi Carrefour) . Il 51% resterà in mano a Coop, che manterrà l’insegna, ma passerà di mano la gestione commerciale. Ma Castrese Catone, il patron, ha finora smentito, bollando gli iper come una macchina che non funziona. La cosa che inoltre non persuade, in questo scenario, è che a subentrare sia un imprenditore legato a Carrefour, gruppo che sta conducendo da tempo una marcia di fuoriuscita dal Mezzogiorno.

Dunque una cessione relativa? Le preoccupazioni dei lavoratori derivano dal fatto che potrebbe anche trattarsi del preludio a un abbandono totale della Regione da parte di Unicoop. In ballo ci sono i destini di 700 addetti, che lavorano presso le strutture di Afragola, Quarto, Avellino (ipermercati) e nei due super di Napoli-Arenaccia e Santa Maria Capua Vetere.

Il blog dei lavoratori di Unicoop Tirreno (lavoratori-unicoop.blogspot.it), secondo il quale le persone coinvolte sarebbero molte di più, ossia un migliaio, riferisce, tra l’altro di una lettera indirizzata al presidente Giorgio Napolitano: «Rischiamo di perdere non solo il posto ma la perdita di valori e di una modalità di lavoro onesto e sano che in una terra come quella campana è difficile da ritrovare. Siamo e operiamo in una realtà cooperativistica dove i valori etici, umani e sociali sono al centro e stiamo assistendo invece alla perdita di garanzia dei redditi per molte famiglie e una perdita di socialità in cui tanti di noi hanno creduto».

Sempre la stessa fonte ricorda che non si tratta della prima operazione di questo tipo: “Quattro anni fa, le prime avvisaglie. Unicoop Tirreno lascia cinque supermercati a Castellammare di Stabia, Nocera Inferiore, Solofra, Rione Traiano a Soccavo e Teverola, in provincia di Caserta, con 150 lavoratori e 25.000 soci”.