Weetabix, brand inglese di cereali per prima colazione potrebbe passare nelle mani di Barilla: infatti il marchio, rilevato al 60% nel 2012 dai cinesi di Bright Food – il restante 40% fa capo al fondo asiatico Baring Private Equity -, non ha fatto segnare i risultati sperati, anche a causa di una contrazione della domanda, un fatto che ha condotto la proprietà alla messa in vendita.

In corsa, al momento, ci sono altri grandi player, fra i quali Nestlé e General Mills, alleate in Cereal Partners International, Pepsico (tramite la controllata Quacker Oats), il gruppo turco Pladis, che possiede United Biscuits. Diversamente Kellog’s è uscita dal gioco, per evitare problemi con le autorità antitrust.

Gli osservatori esteri, che inizialmente sembravano sottovalutare la candidatura italiana, l’hanno improvvisamente rivalutata e la multinazionale parmense, che non ha ancora commentato i fatti, appare come la principale favorita.

Fondata nel 1932, Weetabix è il leader britannico nel mercato dei cereali per prima colazione, esporta in 80 Paesi e dà lavoro a 1.800 persone, compresi i dipendenti nordamericani.

“La nostra famiglia di marchi – si legge sul sito di Weetabix - comprende Weetabix, Alpen, Ready brek, Weetos, Oatibix e Alpen cereal Bars. Il marchio Weetabix è il cereale più venduto, più amato e più consigliato nel Regno Unito e uno dei marchi icona in Gran Bretagna”.

Nel 2015 il gruppo ha registrato un giro d’affari di 350 milioni di sterline, una cifra che, anche a causa di un calo dei profitti, lascia abbastanza perplessi sul prezzo di vendita. La richiesta infatti, sempre secondo la stampa britannica, si aggirerebbe intorno a 1 miliardo e mezzo di sterline, circa 1,8 miliardi di euro.