Affaire Gancia: solo domani si sapra' cosa c'e' di vero
Affaire Gancia: solo domani si sapra' cosa c'e' di vero
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E’ stata la stampa russa, e precisamente i giornali “Vedomosti” e “Kommersant”, a lanciare la notizia di un possibile passaggio di proprietà di Gancia al magnate Roustam Tariko, il secondo uomo più ricco del proprio Paese e proprietario di Russian Standard Bank e di Russkij Standard (vodka), fissando anche il valore della transazione, che sarebbe di 150 milioni di euro.
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Al quartier generale di Canelli non confermano e non smentiscono. L’agenzia Agi riporta la posizione ufficiale: in merito "alle voci di un possibile passaggio in mani straniere fatte circolare in queste ore non vogliamo commentare le indiscrezioni che riteniamo non corrette". Intanto però per domani è stata indetta una conferenza stampa per spiegare le strategie internazionali dell’azienda. Sarano presenti i vertici, ossia l’amministratore delegato Paolo Fontana e il presidente Carlo Pavesio.
Per ora dunque qualsiasi ipotesi è abbastanza peregrina. I fatti comunque dimostrano che qualcosa di vero c’è, anche se potrebbe trattarsi soltanto di una partnership e non di una vendita pura e semplice. Perché di fatto la polacca Cdec, che distribuisce sia Gancia che Russkij Standard fa proprio capo a Tariko. Gancia, dal canto suo, ha bisogno di risorse fresche, nonostante la cura di Paolo Fontana e Carlo Pavesio, a base di aumenti di capitale, di nuovi finanziamenti e strategie di razionalizzazione del portafoglio dei marchi, abbia infine riportato il mol in positivo.
Ma domani, come detto sopra, si dovrebbe sapere veramente tutto sul ruolo svolto dal magnate russo nel gruppo piemontese.
Solo Coldiretti si è sbilanciata tanto da lanciare un monito: “Dopo che ad aprile 2011 era avvenuta la cessione della Parmalat al gruppo francese Lactalis, l’agroalimentare italiano si conferma ancora una volta un’appetibile terra di conquista per gli stranieri. Un tendenza che fa temere per la delocalizzazione in un settore dove la qualità e il valore aggiunto della produzione agricola italiana hanno consentito ai grandi marchi di raggiungere traguardi prestigiosi”.
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