Spreco alimentare, divario tra attitudini e comportamenti
Spreco alimentare, divario tra attitudini e comportamenti
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La necessità di contrastare lo spreco alimentare è più presente che mai.
Secondo le stime della FAO (Food and Agricultural Organization) , a livello mondiale, viene perso o sprecato circa il 30% del cibo all’anno, causando ben il 10% delle emissioni di gas serra. Per questo, in occasione della Giornata internazionale della Consapevolezza sugli Sprechi e le Perdite Alimentari, che si celebra il 29 settembre, Babaco Market – il delivery 100% made in Italy di frutta e verdura fuori dall’ordinario che combatte lo spreco che si origina dal campo al mercato – invita a riflettere su questo tema, presentando i dati emersi da una ricerca commissionata a BVA-Doxa e offre una visione esclusiva sulle attitudini degli italiani verso lo spreco di cibo.
Dall’indagine emerge che oltre il 60% degli italiani dichiara di amare la frutta e la verdura fresca e il 66% consuma frutta fresca tutti i giorni, con una forte consapevolezza in merito al tema dello spreco alimentare globale. Il 96% dei rispondenti, infatti, dichiara di averne una chiara percezione, ma solo il 43% ne conosce l’entità. In coerenza con questi dati, l’esistenza di un divario tra conoscenza del fenomeno e comprensione della reale gravità è ulteriormente testimoniata dal fatto che un quarto degli italiani non è a conoscenza dell’impatto dello spreco alimentare sul cambiamento climatico. I criteri d’acquisto di frutta e verdura rilevati portano, inoltre, alla luce interessanti fattori di scelta da parte dei consumatori italiani. La provenienza locale/italiana, ad esempio, è il driver fondamentale per il 37% dei rispondenti, seguito da prezzo conveniente (22%) e buon gusto (20%) Se si analizzano più da vicino le abitudini nei confronti del consumo di prodotti ortofrutticoli, si può notare che il 46% del campione dichiara di sforzarsi di mangiare spesso frutta e verdura perché consapevole dei benefici per la salute. I dati sui luoghi di acquisto sottolineano, invece, un’apertura green degli intervistati verso canali meno tradizionali e più sostenibili. Infatti, circa il 19% degli intervistati usufruisce di siti/app specializzate nella vendita di prodotti ortofrutticoli almeno una volta al mese.
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