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Sgmarketing: il futuro per carne e salumi nel post-covid

Sgmarketing: il futuro per carne e salumi nel post-covid
Sgmarketing: il futuro per carne e salumi nel post-covid

Sgmarketing: il futuro per carne e salumi nel post-covid

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Redazione

Complice il lockdown e la chiusura forzosa del canale Ho.

e.Ca., nei primi cinque mesi del 2020 le vendite al dettaglio di carni fresche hanno registrato una crescita a volume del 5,9% (fonte: Ismea-Nielsen Consumer Panel), così come i salumi confezionati a peso imposto hanno consolidato una positiva dinamica del venduto già in atto da diversi anni (+19%).

Nel contesto delineato SGMARKETING ha realizzato un’indagine quantitativa di approfondimento in modalità C.A.W.I. (Computer Assisted Web Interviewing) su 800 consumatori, con l’obiettivo di mettere a fuoco l’evoluzione attesa delle dinamiche di acquisto e consumo per carni e salumi e prefigurare i possibili scenari futuri.

Rispetto la propensione al consumo emerge per il futuro un orientamento complessivo di riduzione delle carni suine e salumi, a cui fa da contraltare un atteggiamento favorevole per le carni avicunicole. All’insegna della stabilità paiono essere, invece, le aspettative di consumo per le carni bovine. Nel confronto con i mesi di crisi pandemica, si registra, inoltre, una propensione prospettica incrementale per l’acquisto al banco servito, motivata in primis dalla maggiore freschezza e qualità attribuite ai prodotti disponibili per la vendita assistita e la possibilità, per i clienti, di acquistare quantitativi adatti alle proprie esigenze, minimizzando così lo spreco domestico.

Ulteriore elemento chiave emerso dall’indagine è la crescente domanda di convenienza manifestata dai consumatori. Nel caso delle carni fresche, le principali strategie di contenimento della spesa dichiarate evidenziano un orientamento al trading down, con spostamento su formati e punti vendita più economici, un maggior ricorso alle promozioni ed un parziale switch selettivo sul confezionato, che, però, non coinvolge mai trasversalmente, sul singolo shopper, le tre categorie merceologiche analizzate (bovina, avicunicola, suina). Nel caso dei salumi, i principali comportamenti votati al risparmio si sostanzieranno in un focus prioritario sui prodotti in promozione ed in una diminuzione di quantità e frequenza d’acquisto.

Italianità, localismo/territorialità, filiera controllata e benessere animale rappresenteranno i driver primari di rassicurazione, per gli intervistati, nell’acquisto futuro di carni fresche e salumi. Altro attributo d’interesse, nel reparto macelleria, sarà il “senza antibiotici”, mentre nei salumi si affermeranno il “senza conservanti chimici aggiunti” e la certificazione DOP-IGP.

L’elevato apprezzamento palesato dagli shopper per le caratteristiche di salubrità di carni e salumi trova ulteriore riscontro nella richiesta di indicazioni chiare del profilo nutrizionale, dell’apporto di nutrienti e dei benefici salutistici associati ai diversi prodotti, in aggiunta ad informazioni trasparenti ed esaustive su luoghi e modalità di produzione (tipologia di alimentazione ed allevamento ecc.) e a consigli di preparazione consumo.

Si delinea, inoltre, la centralità del punto vendita quale media preferenziale: la confezione dei prodotti ed il reparto rappresentano, infatti, gli strumenti di comunicazione preferiti dagli intervistati, in maniera trasversale alle due categorie. Segue il volantino promozionale, sempre più vissuto come strumento informativo in senso ampio.

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