Rigoni: Il deal con Saveurs & Nature ci rafforza nel primo mercato estero. Nel 2021 ricavi a 140 milioni
Rigoni: Il deal con Saveurs & Nature ci rafforza nel primo mercato estero. Nel 2021 ricavi a 140 milioni
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di Emanuele Scarci
Sinergie commerciali e condivisione di valori alla base dell’acquisizione della francese Saveurs & Nature da parte di Rigoni di Asiago.
Una marcia in più per la multinazionale veneta che ha nella Francia il primo mercato estero con 30 milioni di euro di giro d’affari. Nel 2021 Rigoni ha realizzato ricavi intorno ai 140 milioni, una decina in più rispetto all’esercizio precedente, pur in un mercato debole per le creme di nocciole spalmabili e nel miele segnato dalla piaga dell’import selvaggio cinese di prodotto contraffatto.
Rigoni è specializzata in conserve di frutta bio (Fiordifrutta, 100% frutta bio, e MielBio bio) ma anche in creme di nocciole spalmabili bio (il brand è la Nocciolata). Nel 2020 la società ha realizzato un fatturato di 130 milioni (+8,7%), con un utile netto di 8,4 milioni.
Saveurs & Nature genera 12 milioni di fatturato ed è specializzata in cioccolato biologico, opera con il proprio marchio, esclusivamente nella rete dei negozi biologici, e con altri 3 brand 100% bio.
“La complementarietà con Saveurs & Nature è evidente – esordisce Andrea Rigoni (nella foto), ceo e proprietario dell’omonima società -. Ci permette di entrare nel segmento delle tavolette di cioccolato, di cioccolatini, praline e altri prodotti snack, nonché di rafforzarci nel nostro principale mercato estero che vale 30 milioni di export. Preciso che nella società francese rimarrà a operare la famiglia Mortreau con la quale condividiamo valori comuni. Nel processo d’integrazione impareremo reciprocamente dall’altro”.
Qual è il valore del deal e a quanto ammonta il finanziamento concesso da Crédit Agricole FriulAdria?
Su questi due punti mi consenta di mantenere il riserbo.
Per il gruppo Rigoni di Asiago il 2021 ha risentito del confronto sfavorevole con il 2020?
Noi siamo a riusciti a crescere di una decina di milioni ma il mercato, in generale, è arretrato. E’ stato un anno difficile. Peraltro anche nel 2020 non tutti i brand sono riusciti a performare.
L’ingresso della spalmabile Pan di Stelle ha compresso le vostre quote di mercato? La sfida di Barilla al gigante Nutella aveva raggiunto inizialmente il 5% di quota della categoria.
A noi non ha prodotto danni. Dopo il botto iniziale, Pan di Stelle ha via via perso peso, fino a ritrovarsi, più recentemente, con una quota di mercato intorno all’1,5%. E’ stata una scelta del consumatore nonostante la forte pressione promozionale di Barilla.
La penuria di miele che effetti ha avuto?
Direi devastanti. La penuria di materia prima ha indotto un rilevante calo dei consumi e poi il prodotto contraffatto estero ha fatto il resto. In particolare, quello cinese, contraffatto con miscele di zuccheri artificiali e venduto a prezzi bassi. E questa è una frode difficile da identificare. Ma di miele contraffatto ne arriva anche dagli altri Paesi.
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