A consuntivo dei primi undici mesi del 2020 - il dato di fine novembre è il più aggiornato sulla base delle rilevazioni fornite da GFK - il consumo di ortofrutta in Italia si è mantenuto sotto dell’1% rispetto allo stesso periodo del 2019. Una percentuale identica al raffronto sul periodo gennaio-ottobre per effetto di un novembre a consumi invariati rispetto all’anno precedente. Gli italiani in 11 mesi hanno consumato ortofrutta per 5,4 milioni di tonnellate spendendo il 5% in più rispetto al 2019 per effetto dell’aumento del prezzo medio.

Sono queste le principali evidenze riscontrate dall’Osservatorio di Mercato di CSO Italy.

Facendo un'analisi puntuale si nota che, ancora una volta, è la frutta ad arrancare maggiormente con un -3% dei quantitativi acquistati anno su anno, calo dovuto principalmente alle mele (-12%), banane (-5%), kiwi (-10%), uva (-8%). Segni positivi al contrario per arance (+18%), clementine (+6%) e pere (+14%).

Torna in positivo, dopo un bimestre di forti contrazioni, l'indice riferito ai soli acquisti di ortaggi grazie a un significativo +3%. Nel dettaglio per specie, si osservano aumenti record per le patate che volano oltre le 46 mila tonnellate (+11% anno su anno), carote (+13%), cipolle (+19%), zucchine (+7%) e radicchi (+9%). Nel mese scende l’acquisto di pomodori (-4%), mentre stabile risulta il consumo di insalate.

Circa i prezzi, CSO Italy parla di cifre medie per la frutta superiori del 4% a novembre2019 , per effetto di un’offerta media a 2€/kg. Stesso copione per gli ortaggi, che hanno segnato un aumento di 10 centesimi rispetto a novembre 2019 (+5%), per un valore medio a scaffale di 1,94€/kg.

In crescita, ancora una volta per effetto della pandemia, i volumi di ortofrutta confezionata: a novembre 2020 le vendite di prodotti a peso imposto hanno rappresentato il 29% dei volumi acquistati, tradotto in termini assoluti significa circa 130 mila tonnellate (+8% rispetto allo stesso mese del 2019).

Nel confronto dei flussi per canali di vendita, emerge che il 69% dei volumi è stato acquistato all’interno di un punto vendita della Gdo secondo la seguente ripartizione: il 39% nei supermercati (+5%), il 17% nei discount (+2%), il 10% negli iper (-6%), mentre solo il 3% del totale degli acquisti è avvenuto nelle piccole superfici (-14%).

Sul fronte dei canali tradizionali, la quota rappresentata da fruttivendoli e mercati ambulanti rionali è per entrambe le categorie del 13%, ma i primi vedono una perdita degli acquisti del 6% mentre i secondi del 4%.