Noberasco riparte con un margine positivo, ma nel 2023 perde 7,5 milioni
Noberasco riparte con un margine positivo, ma nel 2023 perde 7,5 milioni
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di Emanuele
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Noberasco vede la luce in fondo al tunnel.
Nel secondo semestre del 2023 (che corrisponde al primo semestre dell’anno fiscale 2023/2024) l’azienda ligure della frutta secca ha realizzato un Margine operativo lordo positivo, esattamente di 3,1 milioni di euro su un fatturato di 45,6 milioni. Un’incidenza del 6,8% che lascia ben sperare. L’eredità però è di quelle pesanti: Noberasco ha da poco superato una procedura di composizione negoziata della crisi innescata da una profonda crisi finanziaria. La società ha ottenuto la protezione giudiziale, ha ristrutturato il debito (con il vincolo della cessione del maxi immobile di Albenga) e con l’aiuto di un fondo d’investimento alternativo di Illimity (ha acquisito una quota e immesso nuova finanza) ha ripreso la navigazione.
Il nuovo cda
Sulla tolda di comando è salito un cda di
valore, composto dal ceo Flavio Ferretti (ex Lavazza), Claudio Colzani (ex ceo
Barilla), Paolo Burlando e soprattutto il traghettatore Antonio Cellie che, nel
ruolo di consigliere delegato dal gennaio 2023, ha gestito la fase critica
della crisi finanziaria e l’impostazione del nuovo piano industriale.
La strada rimane ancora in salita a guardare la situazione economico-finanziaria
prima del piano di ristrutturazione e dell’immissione di nuova finanza. Tuttavia
si nota il cambio di marcia sul versante industriale, fino alla performance
della seconda parte del 2023. Noberasco ha chiuso il bilancio 2022/23 (al 30
giugno) con ricavi per 82,3 milioni di euro (-14% sull’esercizio precedente),
un Ebitda negativo di 1,9 milioni (da -6,2 milioni) e una perdita di 7,5
milioni (-8,2 milioni). Il debito netto è di 86,2 milioni (90,7 milioni). Il
patrimonio netto è negativo per 7,7 milioni.
Business
frutta secca
Noberasco è
uno dei big della frutta secca e disidratata e opera nelle barrettte energetiche (buon valore aggiunto). In Italia il mercato della frutta
secca si attesta nella Gdo poco sopra il miliardo di euro e con una crescita
media nel triennio del 4%, sia a valore che a volume.
Le private label coprono una quota a valore che si aggira intorno al 46%, in
rallentamento dell’1% nel 2023, ma nel precedente triennio la crescita media è
stata del 5%. I segmenti “appetizer” e “cucina” si confermano segmenti trainanti: coprono il
65% del valore. I semi tostati (appetizer) sono tra i principali contributori
di valore, in particolare pistacchio, anacardio, arachidi e poi mandorle e
nocciole. Gli sgusciati (cucina), mandorle in primis, subiscono maggiormente
l’effetto dei formati convenienza e la concorrenza in termini di prezzo,
crescendo a volume ma con valore piatto.
I misti e il
mondo snack (frutta morbida e barrette) hanno progressivamente ripreso a
crescere e recuperato quanto perso, a fronte di un calo dei segmenti salute
(prugne) e stagionali (noci guscio). Sul fronte dell’export, il fatturato di Noberasco si attesta all’11,5% del
totale. Secondo il nuovo cda, lo sviluppo dei mercati esteri rimane una delle
principali opportunità per l’azienda, sia per la produzione di marca del
distributore che per lo sviluppo del brand Noberasco.
Gli articoli precedenti:
Noberasco riparte con un nuovo Ceo e un nuovo piano industriale
La crisi di Noberasco al bivio: negoziato con le banche e cassa integrazione
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