La crisi di Noberasco al bivio: negoziato con le banche e cassa integrazione
La crisi di Noberasco al bivio: negoziato con le banche e cassa integrazione
- Information
di Emanuele Scarci
“L’amministratore delegato di Noberasco è Mattia Noberasco mentre io ricopro il ruolo di chief revenue officer.
Inoltre ricordo che la società non è in concordato preventivo,
ma in composizione negoziata”: questo sottolinea subito Antonio Cellie,
consulente da tempo dell’azienda di frutta secca di Savona e, in questo
frangente, chiamato dai proprietari a trovare un accordo volontario con i
creditori.
Nel bilancio 2020/21 (chiusura 30 giugno) il debito di Noberasco
verso le banche ammonta a 84 milioni di euro, di cui 56 milioni esigibili
entro l’esercizio successivo. Nello stesso anno fiscale i ricavi sono stati di
110,3 milioni con una perdita di 3 milioni che sarebbe salita a 5,3 milioni se
non si fossero sospesi gli ammortamenti.
Dalla scorsa estate però “l’azienda ha ripreso a produrre cassa” precisa Cellie. E verosimilmente questo sarà un tema importante per convincere le banche ad
accettare sacrifici. Il patrimonio aziendale è piuttosto fragile (7 milioni) e il
business della frutta secca richiede un capitale circolante elevato. La cassa prodotta con il rilancio dovrà servire
a pagare gli interessi e poi rientrare dal debito.
La composizione
negoziata per la soluzione della crisi d’impresa è uno strumento previsto dalla
legge che può contenere e superare l’emergenza economica e finanziaria grazie alla
nomina di un esperto indipendente quando il risanamento è ritenuto
possibile. L’esperto individuato è il commercialista Giampaolo Provaggi.
Non solo
consulente
Il ruolo di chief
revenue officer è quello di un manager che ha il compito di massimizzare i
ricavi aziendali. Nello specifico, da dicembre Cellie ha ottenuto dalla famiglia Noberasco
anche ampi poteri gestionali per sciogliere il nodo della crisi finanziaria e
operativa. Cellie però non è solo un consulente di lusso: dal 2011 è ceo di
Fiere di Parma. Un’azienda che il manager emiliano ha trasformato, rendendola
meno Cibus-dipendente, più competitiva e realizzando acquisizioni in business
collaterali. Peraltro in questa fase il top manager è impegnato nel non facile matrimonio
tra Fiere di Parma e Fiera Milano con tutte le ricadute su Cibus e Tuttofood.
Tornando a Noberasco, il prossimo appuntamento di Cellie è il meeting al ministero del Lavoro del 16 febbraio, dove il vertice aziendale andrà a notificare l’accordo già raggiunto con il sindacato sul ricorso alla cassa integrazione straordinaria che riguarderà 76 dipendenti su 151 totali degli stabilimenti di Carcare e Bergamo.
Virus
nelle barrette
Da dove
nasce la crisi di Noberasco? Secondo l’azienda nascerebbe dalla pandemia: il
mercato ha subìto un cambio nei consumi della principale clientela.
In particolare, sono stati prediletti consumi di prodotti
"convenienza" a più basso margine di contribuzione rispetto a quei
prodotti a più alto valore aggiunto sui quali l’azienda di Savona ha investito
negli ultimi anni (barrette, confezioni monodose, tostato e salato).
Inoltre, per quanto attiene al consumo fuori casa, Noberasco avrebbe avuto fino all'inizio dell'estate 2021 una rilevante riduzione delle vendite con particolare riferimento a quei prodotti con più alta marginalità.
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