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Nel 2021 frena la marca del distributore. Pedroni (Adm): il taglio delle promozioni ha contenuto l’inflazione

Nel 2021 frena la marca del distributore. Pedroni (Adm): il taglio delle promozioni ha contenuto l’inflazione
Nel 2021 frena la marca del distributore. Pedroni (Adm): il taglio delle promozioni ha contenuto l’inflazione

Nel 2021 frena la marca del distributore. Pedroni (Adm): il taglio delle promozioni ha contenuto l’inflazione

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Emanuele Scarci

di Emanuele Scarci

La marca del distributore è un salvagente per i consumatori in cerca di risparmio e lo sarà di più nei prossimi mesi quando gli aumenti dei costi delle materie e dell’energia si scaricheranno sugli scaffali.

Fino a oggi la riduzione della pressione promozionale è servita a contenere l’impatto dell’aumento dei prezzi.

Nel 2021 l’acquisto di prodotti a Marca del distributore (Mdd) ha consentito agli italiani di risparmiare 2,1 miliardi di euro, circa 100 euro per famiglia. L’anno scorso la Mdd ha fatto registrare un fatturato di 11,7 miliardi, in lieve calo rispetto ai 11,8 miliardi del 2020, con una quota di mercato del 19,8% contro il 20% nel 2020. Una contrazione fisiologica dopo che nel 2020 aveva guadagnato, in un colpo, quasi il 10%.

Per l’anno in corso la Mdd dovrebbe toccare 12,2 miliardi, con una quota di mercato del 20,5%. Da verificare l’evoluzione a volume.

Tuttavia i dati presentati in occasione del lancio di Marca by BolognaFiere (dal 12 al 13 aprile) rimangono parziali: non comprendono il canale discount che - solo con riferimento ai Big 5 (Eurospin, Lidl, MD, Penny e In’s) - realizza vendite stimabili intorno ai 18 miliardi, in larghissima parte con marchi del distributore. Questo dato potrebbe spiegare la crescita lenta della Mdd in Italia (in Uk siamo al 52% e la media Ue è del 30/33%): in altre parole, la parte rilevante dello sviluppo della Mdd passa nel canale discount più che nella Gdo.

Ne abbiamo parlato, a margine della conferenza stampa di Marca, con Marco Pedroni, presidente di Associazione distribuzione moderna (Adm) e di Coop Italia.

Presidente, il rapporto Ambrosetti presentato per Marca contiene i dati di vendita anche dei discount?

No.

Con lo sviluppo dei discount, si può continuare a ignorare il peso della Mdd in questo canale?

I discount non sono associati ad Adm. Tranne Lidl presente in Federdistribuzione (oltre a Penny Market e In’s ndr).

Rimanendo nella metà del cielo della Gdo, la Mdd è un business che riguarda prevalentemente 3 player. Forse 4.

Non mi sembra corretta la sua osservazione.

Facciamo 4 conti. Stando alle autodichiarazioni, Coop valuta le vendite della propria Mdd 3 miliardi, Conad 3 e Selex 1,5 Selex. In tutto 7,5 miliardi su 11,8 totali. Il 64% del business fa quindi riferimento ai primi 3 player. Non conosciamo il peso di Esselunga.

Lei trascura VéGé. Mentre sovrastima Esselunga: ha iniziato da poco, con il brand Smart, ma chieda i numeri all’azienda.

Quali le prospettive a breve della Mdd?

Si prospetta una crescita molto sostenuta del valore. Non so però se lo sviluppo sarà anche a volume. Il pericolo è che ci si infili in una fase di stagflazione (alta inflazione e stagnazione economica ndr). Se ha notato, a febbraio i prezzi a scaffale sono rimasti fermi, mentre la riduzione delle promozioni fa aumentare un po' (ma poco) l'inflazione della Gdo. Non so se sia una buona idea ridurre le promozioni in misura significativa: potrebbe erodere i margini dei retailer.

Un forte calo dei consumi cosa determinerebbe?

Un taglio dell’occupazione e problemi di solvibilità per le piccole imprese.


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