GS1: il codice a barre compie 50 anni
GS1: il codice a barre compie 50 anni
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Era il 3 aprile 1973 quando, negli Stati Uniti, le principali aziende del largo consumo decisero di introdurre un unico standard per l’identificazione dei prodotti: quello che oggi conosciamo tutti come il codice a barre GS1.
E, da allora, il suo sviluppo non si è mai fermato.
Oggi, a 50 anni esatti dalla sua nascita, è presente su più di un miliardo di prodotti, e ogni giorno vengono scansionati miliardi di codici a barre GS1: solo in Italia, ogni anno 350 mila prodotti di largo consumo confezionato con codice a barre GS1 passano alle casse di supermercati, ipermercati e punti vendita a libero servizio per 30,2 miliardi di volte, generando 2,7 miliardi di scontrini.
Un’invenzione piccola ma rivoluzionaria - inserita non a caso dalla Bbc tra le “50 cose che hanno reso globale l’economia” - che ha cambiato per sempre il nostro modo di fare acquisti, continua a farlo oggi, collegando un prodotto fisico a informazioni digitali, e continuerà a farlo anche negli anni a venire.
I codici a barre di nuova generazione (come i codici QR bidimensionali standard GS1) promettono infatti di cambiare ancora una volta la nostra vita perché possono catturare quantità senza precedenti di dati e offrire nuovi livelli di affidabilità e trasparenza delle informazioni, a vantaggio di tutti: imprese, persone e ambiente.
Per dare inizio alla nuova rivoluzione del barcode, , l'organizzazione no profit che sviluppa gli standard globali dietro al codice a barre e che è presente in 116 paesi, Italia compresa (dal 1978 a rappresentarla è GS1 Italy), sta lavorando a un'iniziativa globale per la transizione dai codici a barre tradizionali a quelli di nuova generazione insieme ai principali attori del settore retail.
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