Coop prosegue il suo impegno
nelle filiere etiche e in particolare in quella del pomodoro che proprio nel
mese di agosto raggiunge in Italia le proprie vette di vendite e consumo.
Ritornano sugli scaffali le cassette di pomodoro da conserva a marchio e in
contemporanea dal 7 agosto, per tutto il mese, Coop affianca alla sua proposta
il prodotto della filiera etica targata “No Cap”, vendendo cassette da 3 kg di
pomodoro da conserva, provenienti dalla filiera di agricoltura biologica
certificata ed etica dell’associazione stessa impegnata nella lotta al
caporalato. In entrambi i casi si tratta di pomodori raccolto in realtà che
sottoscrivono stringenti capitolati per la tutela dei diritti dei lavoratori e
della sicurezza e salubrità dei luoghi di lavoro. Inevitabile che l’impegno di
Coop incontrasse l’energia di Yvan Sagnet che nel 2011 fu tra i padri delle
proteste e degli scioperi a Nardò contro il caporalato e lo sfruttamento della
manodopera nei campi. Da quella esperienza nasce il cammino che nel 2017 dà
origine a No Cap, associazione che fornisce consulenza per le filiere etiche,
produce prodotti propri e si occupa anche della lotta al caporalato diffondendo
il più possibile informazioni sul tema.
Tutto questo in perfetta sintonia
con quanto Coop fa dal 1998 sensibilizzando e promuovendo la cultura della
legalità nelle proprie filiere di prodotti a marchio Coop attraverso non solo
ispezioni, ma anche attività congiunte per aumentare il livello di
consapevolezza della filiera.
Quindi con questa nuova
collaborazione Coop vuole confermare nuovamente il suo impegno per una filiera
etica con un focus sulla filiera del pomodoro da trasformazione e passata
casalinga che ha raggiunto dal 2014 più di 400 ispezioni commissionate da Coop
corrispondenti a pari aziende agricole, a cui si aggiungono tutti gli audit di
follow up.
In totale dall’inizio del
progetto nel 1998 sono state oltre 2300 le ispezioni totali sulle filiere dei
vari prodotti, quando Coop fu la prima catena della grande distribuzione
europea ad adottare e certificarsi secondo lo standard etico Sa8000 per i
controlli, chiedendo un forte impegno da parte di tutti i suoi fornitori, così
da ottenere precise garanzie in tema di responsabilità sociale. Oltre al
presidio sulle produzioni a marchio Coop, dal 2015 è stato ampliato l'impegno
coinvolgendo e responsabilizzando tutti i fornitori di ortofrutta, anche non a
marchio Coop, i cui prodotti sono distribuiti nei propri punti vendita. L'ortofrutta è un'area di potenziale maggiore
criticità e per questo sono state avviate da parte di Coop ulteriori ispezioni
sul campo, secondo criteri e piani definiti. Sono stati coinvolti non soltanto
i 135 fornitori ortofrutticoli di prodotti a marchio Coop, ma tutti gli oltre
800 fornitori di ortofrutta (per oltre 70.000 aziende agricole. A tutti i
fornitori Coop chiede di sottoscrivere l'adesione ai principi del proprio
Codice etico basato su Sa8000, Ilo e Wep che contempla una serie di impegni per
il rispetto dei diritti dei lavoratori e prevede inoltre l’esecuzione di un
piano di controlli a cui non si può venire meno, pena l'esclusione dal
circuito.