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Consorzio di Pachino IGP: sostenibilità, formazione e prossime generazioni gli obiettivi 2020

Consorzio di Pachino IGP: sostenibilità, formazione e prossime generazioni gli obiettivi 2020
Consorzio di Pachino IGP: sostenibilità, formazione e prossime generazioni gli obiettivi 2020

Consorzio di Pachino IGP: sostenibilità, formazione e prossime generazioni gli obiettivi 2020

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Redazione

Risparmio energetico, totale tracciabilità e rintracciabilità anche tramite l’utilizzo di Blockchain, sostenibilità e salubrità, insieme a produzione integrata: sono queste le linee guida che il Consorzio pomodoro di Pachino IGP intende seguire e, dopo gli ottimi risultati raggiunti nel 2019, sempre più approfondire anche nel 2020.

Si tratta di obiettivi messi in evidenza nell’ambito quarta edizione dell’IGP Day, appuntamento annuale organizzato nei giorni scorsi dal Consorzio con i suoi soci produttori a Portopalo.

A breve sarà formalizzato un protocollo d’intesa per realizzare il progetto di una serra vetrina in cui verrà svolta attività formativa sulle tecniche di produzione completamente sostenibile del pomodoro. Perché la formazione è uno dei punti su cui il Consorzio vuole insistere, dando una svolta sociale e di educazione, oltre che di consapevolezza, alle nuove generazioni di giovani imprenditori agricoli. La serra vetrina verrà realizzata nell’ambito di un progetto che vede coinvolti, tra gli altri, enti e istituzioni come il dipartimento di Agricoltura, Alimentazione e Ambiente dell’Università di Catania, l’Ispettorato dell’Agricoltura di Siracusa, l’Istituto superiore Agrario-Alberghiero Paolo Calleri di Pachino e il Servizio Fitosanitario della Regione Sicilia.

Sostenibilità ambientale, così come risparmio e basso input energetico, sono altri due obiettivi perseguiti dal Consorzio di Pachino a livello di comunicazione. I pomodori prodotti nell’areale, grazie a un micro clima unico al mondo in cui la luce raggiunge i livelli d’intensità e durata più alti d’Europa e la temperatura difficilmente scende sotto i 5°C, sono coltivati in serre fredde - ovvero le tipiche serre mediterranee dove il riscaldamento avviene solo attraverso l’effetto serra determinato dal materiale di copertura - senza emissione di CO2.


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