Bolton per un'economia umana e sostenibile
Bolton per un'economia umana e sostenibile
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Bolton Group, specializzata nella produzione e nella commercializzazione di beni di largo consumo, presenta il terzo bilancio di sostenibilità e definisce nuovi obiettivi ambientali e sociali che riguardano direttamente i prodotti, i modelli produttivi e le comunità in cui l’azienda opera.
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Ecco alcuni tra gli impegni che l’azienda si pone di raggiungere: entro il 2024 passare dall’attuale 70% al 100% di tonno da pesca responsabile, ovvero certificato MSC o proveniente da sostanziali progetti di miglioramento delle attività di pesca (robust and comprehensive FIP).
Dal 2016, infatti, il Gruppo ha stretto una collaborazione con l’organizzazione internazionale WWF per incrementare la sostenibilità dei suoi approvvigionamenti di tonno, a marchio Rio Mare, Palmera, Saupiquet e Isabel. Inoltre è tra i membri fondatori della International Seafood Sustainability Foundation (ISSF), organizzazione internazionale che si occupa del mantenimento degli standard di sostenibilità ambientale e sociale dell’industria del tonno.
Passare dall’attuale 87% al 100% di imballaggi riciclabili entro il 2025 e usare il 40% di plastica riciclata o biobased per le confezioni dei propri prodotti, riducendo gradualmente il rapporto tra packaging vergine e prodotto finito. Diminuire, nei prossimi 5 anni, del 20% le emissioni di gas serra per ogni tonnellata di prodotto, anche passando dall’attuale 85% al 100% di energia elettrica proveniente da fonti rinnovabili.
Per quanto riguarda i rifiuti, l’obiettivo è di raggiungere “Zero rifiuti” in discarica al 2025: già oggi il 95% dei rifiuti del Gruppo sono riciclati o recuperati.
Produrre, entro il 2025, esclusivamente creme solari conformi al Hawaiian Reef Bill, regolamentazione introdotta per proteggere i coralli dal rischio di sbiancamento legato ad alcuni specifici ingredienti presenti nei solari.
Raggiungere in 5 anni più di mezzo milione di giovani svantaggiati attraverso progetti educativi con l’obiettivo di supportare situazioni fragili e, talvolta, contrastare la dispersione scolastica. Nel 2020 sono stati oltre 185.000 i ragazzi coinvolti e fino a oggi, sono stati investiti fino a 15 milioni di euro per supportare le fasce delle comunità locali maggiormente in difficoltà.
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