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Ad agosto -3,5% delle vendite di alimentari rispetto a un anno fa. Ma prezzi +6,8%

Ad agosto -3,5% delle vendite di alimentari rispetto a un anno fa. Ma prezzi +6,8%
Ad agosto -3,5% delle vendite di alimentari rispetto a un anno fa. Ma prezzi +6,8%

Ad agosto -3,5% delle vendite di alimentari rispetto a un anno fa. Ma prezzi +6,8%

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Emanuele Scarci

di Emanuele Scarci

Agosto freddo per i consumi al dettaglio.

L’Istat rileva che ad agosto 2022 rispetto ad agosto 2021 le vendite al dettaglio di prodotti alimentari si sono contratti a volume del 3,5% mentre sono aumentati a valore (causa inflazione) del 6,8%. E’ andata meglio al non food: i volumi acquistati sono calati “solo” dell’1% e i prezzi sono saliti del 2,2%.

Quali i trend della distribuzione? Nei canali ipermercati e super, il balzo a valore delle vendite, su base annuale, è stato del 6,6%/7%; i discount hanno segnato il +9,5%. Un segnale che anche i negozi low cost hanno aumentato i prezzi, ma sono riusciti a strappare una fetta delle vendite agli altri canali.

L’effetto dopante dei prezzi, ha spinto il valore delle vendite al dettaglio per tutte le forme di vendita: la grande distribuzione (+6,2%), le imprese operanti su piccole superfici (+2,2%), le vendite al di fuori dei negozi (+3,9%) e il commercio elettronico (+3,7%).

Clima di (s)fiducia

“I dati delle vendite al dettaglio di agosto - commenta Carlo Alberto Buttarelli, direttore di Federdistribuzione - sono influenzati dal periodo estivo e dall’afflusso di turisti in Italia. Nonostante ciò, le vendite di agosto (-0,4% a valore e -1,1% a volume) segnalano un rallentamento, e considerando l’effetto della crescita inflattiva, siamo già in una fase nella quale registriamo un andamento dei volumi in flessione di oltre 2 punti percentuali, come evidenziato dal dato tendenziale”.

Infine a settembre, l’indice di fiducia dei consumatori stimato da Istat è tornato a scendere dopo il rimbalzo di agosto, raggiungendo lo stesso livello del mese di luglio, a causa del clima di incertezza. “Un dato - aggiunge Buttarelli - che getta un’ulteriore ombra sulla tenuta dei consumi per l’ultimo trimestre dell’anno, periodo dal significativo valore economico per le imprese della distribuzione moderna. La pressione del caro-energia, che impatta sull’aumento dei prezzi, potrebbe mettere ancora più in difficoltà le famiglie, con il rischio di comprimere ulteriormente i consumi. Già oggi si registra un maggior orientamento verso scelte di convenienza e risparmio, una tendenza che potrebbe avere effetti negativi sul made in Italy”.

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