di Emanuele Scarci

A febbraio frena il carrello della spesa. I dati preliminari di Istat indicano un aumento dei prezzi dello 0,8% su base annua (invariato) mentre nel carrello della spesa (comprende alimentari e prodotti per la cura della casa e della persona) la febbre scende dal +5,1% di gennaio al +3,7% di febbraio, sempre su base annua. Un calo significativo, ma che comunque si cumula agli aumenti precedenti: i prezzi medi del 2023 relativi al solo grocery sono cresciuti del 9,5% e nel 2022 dell’8,4%.

Secondo Istat, la stabilizzazione del ritmo di crescita dei prezzi al consumo si deve principalmente all’affievolirsi delle tensioni sui prezzi degli alimentari, non lavorati (+4,5%) e lavorati (+3,8%), i cui effetti compensano l’indebolimento delle spinte deflazionistiche provenienti dall’energia. L’indice armonizzato segnala per alimentari e bevande analcoliche un balzo del 4,1%. Segno che lo scarico degli aumenti dei prezzi sugli scaffali continua, sebbene a livelli meno rilevanti del passato.

Nell'Eurozona (20 Paesi), a febbraio l’inflazione annua si è attestata al 2,6% a fronte del 2,8% di gennaio. In dettaglio, le stime per la Francia sono del +2,9% e per la Germania del +2,5%, il valore più basso dal giugno 2021.

Consumi fragili

Per Carlo Alberto Buttarelli, presidente di Federdistribuzione, “febbraio conferma il trend di rallentamento della crescita dei prezzi, in particolare per il cosiddetto carrello della spesa che rileva un -1,4% rispetto al mese precedente. Il contesto economico rimane comunque segnato dall’incertezza, anche a causa delle tensioni geopolitiche in corso, oltre che dalla fragilità dei consumi. Dopo due anni di forte inflazione, che ha avuto rilevanti effetti negativi sul potere d’acquisto, le famiglie hanno cambiato le abitudini, orientandole sempre di più in un’ottica di risparmio e convenienza”.