Si fa strada anche nel largo consumo, grazie all’opera di sensibilizzazione svolta da Efficient consumer response, la pratica collaborativa nella logistica che, secondo l’organismo che si occupa della diffusione degli standard adottati a livello mondiale e del suo segno più conosciuto, il codice a barre, può produrre effetti vantaggiosi per i tre attori principali: produttori, distributori e consumatori. Una maggiore collaborazione nelle procedure che collegano ordini e consegne può contrastare, secondo Ecr, i risvolti negativi della globalizzazione che ha imposto, insieme a un incremento della complessità dei mercati, un aumento della competizione lungo la supply chain accrescendo la pressione sui prezzi, sui tempi di resa dei prodotti e sul livello di servizio erogato.

Si è insomma diffusa la consapevolezza che per far fronte alle sfide del terzo millennio è opportuno, pur mantenendo la concentrazione dell’impresa sul core business, ampliare il proprio orizzonte strategico giungendo ad avere una visione globale della catena del valore. Il concetto diventa di più facile comprensione facendo riferimento al largo consumo dove i retailer possiedono tutti i dati sulle vendite ai consumatori mentre i supplier conoscono a fondo le politiche di vendita, la formazione degli assortimenti, la logica delle esposizioni e di pricing dei prodotti.

È evidente che, se tutte queste informazioni venissero condivise in un’ottica collaborativa, sia i distributori sia i fornitori ne trarrebbero reciproco beneficio snellendo la costosa catena logistica. Lo dimostrano le statistiche rese note da Ecr: l’applicazione delle pratiche collaborative ha permesso di ridurre nel largo consumo i costi di interfaccia tra i protagonisti della supply chain del 3,6% dal 1995 a oggi per un valore di 18 miliardi di euro. Non è tutto, a chiudere il cerchio c’è il vantaggio per il consumatore: le aziende che adottano il paradigma collaborativo sono in grado di incrementare il proprio livello di servizio al cliente oltre il 6% garantendo al tempo stesso una migliore disponibilità a scaffale dei prodotti (on shelf availability) e una riduzione media dei tempi di permanenza delle merci lungo la filiera di 10 giorni.