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Yacme, un'azienda italiana tra i leader del self scanning
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Yacme, un'azienda italiana tra i leader del self scanning
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Fare la spesa e contemporaneamente il conto, controllando in maniera tempestiva il prezzo delle confezioni prelevate dallo scaffale e le eventuali promozioni, confrontando pure la convenienza di un prodotto rispetto a un altro. Il self scanning comincia a diffondersi come un servizio al cliente che può fare la differenza rispetto alla generalità dei punti vendita, aiutando a spostare l’attenzione del consumatore dalla ricerca spasmodica della promozione all’apprezzamento di un aiuto nel fare la spesa. Clienti di Yacme sono ora in Italia Coop NordEst, Sma, Unicoop Firenze e Unicoop Tirreno, nei Paesi Bassi Albert Heijn e C1000 Supermarkten. Roberto Rambaldi, direttore area sviluppo software & retail di Yacme, software house bolognese attiva nel mondo dell'integrazione dei sistemi e dell'open source con al suo attivo una presenza consolidata nel self scanning, invita a considerare da questa prospettiva ciò ancora appare come una forte innovazione.
Non un investimento diretto, dice? Perché? Che cosa intende?
Il mio invito è volto a considerare il self scanning come un servizio reso al cliente, che può così essere meglio fidelizzato. Oggi le catene si strappano reciprocamente i consumatori in base alle promozioni e quindi la fedeltà è molto scarsa. Ma se il cliente sa che andando in un certo punto vendita ha la possibilità di risparmiare tempo e di controllare meglio la spesa, questo può appunto orientarne la decisione su dove andare a spendere i suoi soldi.
Non teme che con il self scanning il consumatore ritenga di fare un po’ il lavoro della cassiera?
No, non lo credo. Questa percezione può effettivamente nascere in chi si reca alle casse automatiche effettuando il self check-out, che obbliga a passare i prodotti uno ad uno sullo scanner, più o meno come fa proprio l’addetto a una cassa tradizionale. Ma il terminale del self scanning permette di visualizzare bene i prezzi e le promozioni in atto, agevolando il consumatore che a mio modo di vedere si sente in realtà meglio servito.
Come descriverebbe l’utilizzatore tipo di un terminale self scanning?
Come una persona certamente avvezza all’utilizzo delle nuove tecnologie, cosa però ormai molto diffusa. Utilizzare uno di quegli apparecchi non è più difficile che maneggiare un cellulare. E poi è una persona che fa spese consistenti, il che lo differenzia ancora da chi fa self check-out. Mentre in quest’ultimo caso ci si limita a una decina di prodotti, per acquisti quindi contenuti, con il self scanning si è portati a rifornimenti per la famiglia decisamente più ampi. Dotare il punto vendita di questi terminali, quindi, equivale a stabilire un rapporto preferenziale con gli alto-spendenti.
Quanti terminali avete finora installato?
Abbiamo installato 5mila software per i terminali di self scanning Motorola solo in Italia ai quali se ne aggiungono 9mila in Olanda, il che fa di Yacme una delle aziende leader in questo mercato a livello continentale.
Quanto vengono utilizzati gli apparecchi?
Ogni terminale viene utilizzato fino a otto volte al giorno effettuando in modo autonomo la lettura dei codici a barre, e quindi dei prezzi, dei prodotti che si acquistano. In questo modo si riesce ad avere un controllo migliore sulla spesa e si può soprattutto evitare la coda alle casse, visto che l'operazione di pagamento è molto più rapida rispetto a quella tradizionale.
Dove avete cominciato e dove siete arrivati geograficamente parlando?
Quando abbiamo iniziato a lavorare con Coop Tirreno, che a fine anni ‘90 ci aveva selezionato per le nostre competenze di sviluppo in ambiente Linux, non pensavamo di poter arrivare nel Nord Europa. Siamo passati da Salivoli, alle porte di Piombino, ad Amsterdam, e questo è un risultato importante per una software house italiana attiva nel mercato globale.
Che tecnologia utilizzate?
La soluzione “shopping experience” di Yacme sfrutta la tecnologia dei terminali Motorola, che rappresentano lo stato dell'arte nel settore del personal scanning. Questi terminali vengono integrati all'interno di un'architettura server basata su Linux che gestisce il colloquio con il sistema di back office e le casse del punto vendita, fornendo così al consumatore il totale progressivo della spesa, le promozioni in atto attraverso audio e video personalizzati secondo il punto vendita e il pagamento con un'operazione molto semplice, senza dover passare i prodotti sullo scanner della cassa.
Il cliente vuol dire fiducia? Come ci si assicura che nessuno faccia il furbo uscendo dal punto vendita con qualcosa che non ha pagato?
Per garantire la sicurezza del punto vendita, Yacme Shopping Experience gestisce sia la rilettura totale sia la rilettura parziale della spesa su un numero di prodotti indicato dallo stesso terminale portatile, secondo una logica casuale o a campione, facendo tuttavia in modo che il cliente non si senta sorvegliato in maniera poliziesca. La tipologia di rilettura è legata al livello di fiducia del cliente: minori sono gli errori che si riscontrano nell’eventuale controllo, più alto è il livello di fiducia concesso in seguito, per cui le verifiche passano da totali a parziali, con un numero di prodotti verificati via via inferiore. La gestione delle verifiche viene effettuata in modo tale da non creare alcun tipo di coda alle casse.
A.M.
Non un investimento diretto, dice? Perché? Che cosa intende?
Il mio invito è volto a considerare il self scanning come un servizio reso al cliente, che può così essere meglio fidelizzato. Oggi le catene si strappano reciprocamente i consumatori in base alle promozioni e quindi la fedeltà è molto scarsa. Ma se il cliente sa che andando in un certo punto vendita ha la possibilità di risparmiare tempo e di controllare meglio la spesa, questo può appunto orientarne la decisione su dove andare a spendere i suoi soldi.
Non teme che con il self scanning il consumatore ritenga di fare un po’ il lavoro della cassiera?
No, non lo credo. Questa percezione può effettivamente nascere in chi si reca alle casse automatiche effettuando il self check-out, che obbliga a passare i prodotti uno ad uno sullo scanner, più o meno come fa proprio l’addetto a una cassa tradizionale. Ma il terminale del self scanning permette di visualizzare bene i prezzi e le promozioni in atto, agevolando il consumatore che a mio modo di vedere si sente in realtà meglio servito.
Come descriverebbe l’utilizzatore tipo di un terminale self scanning?
Come una persona certamente avvezza all’utilizzo delle nuove tecnologie, cosa però ormai molto diffusa. Utilizzare uno di quegli apparecchi non è più difficile che maneggiare un cellulare. E poi è una persona che fa spese consistenti, il che lo differenzia ancora da chi fa self check-out. Mentre in quest’ultimo caso ci si limita a una decina di prodotti, per acquisti quindi contenuti, con il self scanning si è portati a rifornimenti per la famiglia decisamente più ampi. Dotare il punto vendita di questi terminali, quindi, equivale a stabilire un rapporto preferenziale con gli alto-spendenti.
Quanti terminali avete finora installato?
Abbiamo installato 5mila software per i terminali di self scanning Motorola solo in Italia ai quali se ne aggiungono 9mila in Olanda, il che fa di Yacme una delle aziende leader in questo mercato a livello continentale.
Quanto vengono utilizzati gli apparecchi?
Ogni terminale viene utilizzato fino a otto volte al giorno effettuando in modo autonomo la lettura dei codici a barre, e quindi dei prezzi, dei prodotti che si acquistano. In questo modo si riesce ad avere un controllo migliore sulla spesa e si può soprattutto evitare la coda alle casse, visto che l'operazione di pagamento è molto più rapida rispetto a quella tradizionale.
Dove avete cominciato e dove siete arrivati geograficamente parlando?
Quando abbiamo iniziato a lavorare con Coop Tirreno, che a fine anni ‘90 ci aveva selezionato per le nostre competenze di sviluppo in ambiente Linux, non pensavamo di poter arrivare nel Nord Europa. Siamo passati da Salivoli, alle porte di Piombino, ad Amsterdam, e questo è un risultato importante per una software house italiana attiva nel mercato globale.
Che tecnologia utilizzate?
La soluzione “shopping experience” di Yacme sfrutta la tecnologia dei terminali Motorola, che rappresentano lo stato dell'arte nel settore del personal scanning. Questi terminali vengono integrati all'interno di un'architettura server basata su Linux che gestisce il colloquio con il sistema di back office e le casse del punto vendita, fornendo così al consumatore il totale progressivo della spesa, le promozioni in atto attraverso audio e video personalizzati secondo il punto vendita e il pagamento con un'operazione molto semplice, senza dover passare i prodotti sullo scanner della cassa.
Il cliente vuol dire fiducia? Come ci si assicura che nessuno faccia il furbo uscendo dal punto vendita con qualcosa che non ha pagato?
Per garantire la sicurezza del punto vendita, Yacme Shopping Experience gestisce sia la rilettura totale sia la rilettura parziale della spesa su un numero di prodotti indicato dallo stesso terminale portatile, secondo una logica casuale o a campione, facendo tuttavia in modo che il cliente non si senta sorvegliato in maniera poliziesca. La tipologia di rilettura è legata al livello di fiducia del cliente: minori sono gli errori che si riscontrano nell’eventuale controllo, più alto è il livello di fiducia concesso in seguito, per cui le verifiche passano da totali a parziali, con un numero di prodotti verificati via via inferiore. La gestione delle verifiche viene effettuata in modo tale da non creare alcun tipo di coda alle casse.
A.M.
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